Ancora in attesa di protezione internazionale Mohamed Dihani, difensore dei diritti umani saharawi

12 Aprile 2023

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Aggiornamento – A maggio del 2023,  la Commissione territoriale di Roma, ha integralmente rigettato la richiesta di protezione internazionale, motivando la decisione sulla base del fatto che non ci sono motivi gravi per ritenere che il Marocco non costituisca un paese sicuro. Cinque anni di sparizione forzata e detenzione arbitraria e gli innumerevoli atti di persecuzione, violenza fisica e psicologica ad opera della autorità marocchine inflitti a Mohamed Dihani per la sua attività di difensore dei diritti del popolo saharawi dimostrano il contrario.


“Noi saharawi lo diciamo spesso: siamo costretti a essere attivisti e giornalisti. Finché non avremo la nostra libertà”.

Il 22 luglio 2022, Mohamed Dihani, attivista per i diritti del popolo saharawi, è finalmente riuscito a entrare in Italia per chiedere protezione internazionale. Dihani ha subito una vera e propria persecuzione a causa del suo attivismo pacifico. È stato vittima di detenzione arbitraria, sparizione forzata, torture e sorveglianza. Amnesty International ha documentato le violazioni commesse durante il processo, comprese confessioni estorte con la tortura.

Dopo essere stato rilasciato dal carcere nel 2015, Dihani ha continuato a denunciare le violazioni dei diritti umani nel Sahara Occidentale commesse dalle autorità marocchine, sia online che offline.

Nel 2018, Amnesty International ha sostenuto la richiesta di visto Dihani per venire in Italia per occuparsi delle conseguenze fisiche e psicologiche delle torture subite in carcere. Dihani aveva già vissuto in Italia con permesso di soggiorno fin da quando era minorenne, ma il consolato italiano di Casablanca aveva rifiutato il visto.

Nel maggio 2022, il Tribunale di Roma ha riconosciuto il diritto di Mohamed Dihani di presentare domanda di protezione internazionale in Italia e ha ordinato alle autorità italiane di rilasciare immediatamente un visto d’ingresso.

Mohamed Dihani è arrivato in Italia il 22 luglio 2022, giorno in cui ha formalizzato la sua richiesta di asilo.

Da allora, Dihani sta ancora aspettando una risposta dalla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Roma. Amnesty International Italia continua a sollecitare la Commissione Territoriale affinché l’istanza di protezione internazionale sia decisa con carattere di massima priorità ed urgenza.

IL SAHARA OCCIDENTALE, UN TERRITORIO CONTESO

Il Sahara Occidentale, un territorio del nord-ovest dell’Africa, è oggetto di una disputa territoriale di lunga data tra due parti principali: il governo del Marocco, che ha annesso il territorio nel 1975 e ne rivendica la sovranità e il Fronte Polisario, movimento saharawi che chiede uno Stato indipendente nel territorio e ha istituito un governo autoproclamato in esilio nei campi profughi di Tindouf, nel sud-ovest dell’Algeria.

Il processo negoziale mediato dalle Nazioni Unite tra il Marocco e il Fronte Polisario è rimasto in stallo, nonostante le molteplici risoluzioni che richiedevano l’organizzazione di un referendum per l’autodeterminazione del popolo saharawi. La Risoluzione 690 del 1991 del Consiglio di Sicurezza ha creato la Missione delle Nazioni Unite per il Referendum del Sahara Occidentale (MINURSO) per operare nel territorio annesso dal Marocco nel 1975 e nei campi profughi saharawi a Tindouf, nel sud-ovest dell’Algeria. Da allora il suo mandato è rimasto quello di monitorare il cessate il fuoco tra le forze armate marocchine e il Fronte Polisario e l’attuazione di un referendum per determinare lo status finale del Sahara occidentale.

Ad oggi, tuttavia, trentadue anni dopo, non è ancora stato possibile indire il referendum a causa delle continue controversie sul processo di identificazione dei votanti e nel novembre 2020 il Fronte Polisario ha dichiarato la fine del cessate il fuoco indetto nel 1991.

Nel frattempo, il Consiglio di Sicurezza ha continuato a prorogare il mandato della MINURSO, l’ultima volta nell’ottobre del 2022 per un altro anno.

La MINURSO è una delle poche missioni di pace attuali delle Nazioni Unite senza un mandato per i diritti umani. Amnesty International ha ribadito la necessità di un meccanismo indipendente e imparziale all’interno della missione di pace delle Nazioni Unite, con il mandato e le risorse per monitorare efficacemente e coerentemente le violazioni dei diritti umani sia nel Sahara occidentale che a Tindouf.

LE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI CRESCONO  

La situazione dei diritti umani nel Sahara Occidentale è da sempre oggetto di preoccupazione da parte di varie organizzazioni internazionali dei diritti umani. Negli ultimi anni, parallelamente al deteriorarsi della situazione dei diritti umani, l’accesso al Sahara occidentale e al Marocco è diventato sempre più difficile per gli osservatori esterni a causa delle restrizioni imposte dalle autorità marocchine a giornalisti, attivisti pacifici e difensori dei diritti umani, oltre che a esperti indipendenti delle Nazioni Unite.

Le autorità marocchine hanno da tempo imposto restrizioni arbitrarie ai diritti della popolazione saharawi alla libertà di espressione, di riunione pacifica e di associazione, in particolare quando l’esercizio di tali diritti riguarda lo status del Sahara occidentale. Le forze di sicurezza marocchine hanno fatto un uso arbitrario ed eccessivo della forza per disperdere manifestazioni pacifiche e gli attivisti saharawi hanno subito molestie, intimidazioni e azioni penali.

Lo conferma anche l’ultimo Rapporto di Amnesty International, che denuncia un ulteriore inasprimento della repressione nei confronti degli attivisti saharawi, l’uso eccessivo della forza nella dispersione violenta di manifestazioni pubbliche in Sahara Occidentale, in un contesto in cui le autorità marocchine hanno intensificato le vessazioni nei confronti di attivisti e voci critiche e hanno continuato ad arrestare e perseguire ingiustamente oppositori, giornalisti, blogger e difensori dei diritti umani sia in Marocco che in Sahara Occidentale.

 

Per approfondimenti:

Marocco/Sahara occidentale: Indagare sulle aggressioni mirate alle attiviste saharawi (Eng)

Marocco/Sahara occidentale: attivista preso di mira con lo spyware Pegasus (Eng)

Sahara occidentale: attivisti detenuti attendono giustizia (Eng)

Marocco/Sahara occidentale: Indagare sulla brutale repressione dei manifestanti saharawi (Eng)