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Amnesty International ha chiesto il rilascio immediato e incondizionato di due difensori dei diritti umani sotto processo in Angola, per accuse legate all’attentato alla squadra togolese di calcio, lo scorso 8 gennaio nella regione di Cabinda in Angola, che ha provocato la morte di due persone e diversi feriti.
Francisco Luemba, avvocato, e Raul Tati, prete cattolico, saranno sottoposti a processo oggi, 12 luglio, per ‘altri atti contro la sicurezza dello stato’. Entrambi appartenenti all’organizzazione Mpalabanda, attualmente messa al bando, da diversi anni criticano il governo e il Fronte di liberazione dello stato di Cabinda (Flec), che guida una campagna armata per la secessione dal 1975, anno dell’indipendenza dell’Angola.
Amnesty International li considera prigionieri di coscienza e ritiene che siano stati arrestati solo per avere espresso le loro opinioni sulla situazione a Cabinda, mentre le autorità hanno approfittato dell’attentato per giustificare un giro di vite sui difensori dei diritti umani.
Raul Tati e Francisco Luemba sono stati fermati subito dopo l’attentato. Al momento dell’arresto avevano con loro dei documenti su Cabinda e avevano partecipano da poco a una conferenza per trovare una soluzione pacifica alla turbolenta situazione nella regione. A questa conferenza aveva preso parte anche il Flec.
Altre due persone arrestate, José Benjamin Fuca e Belchior Lanso Tati, anche loro presenti alla conferenza, avrebbero confessato di appartenere al Flec e sono stati accusate, insieme a Tati e Luemba, sulla base dell’articolo 26 della Legge angolana sui crimini contro la sicurezza dello stato, che dispone che ‘ogni azione non prevista in questa legge che mette a rischio o potrebbe mettere a rischio la sicurezza dello stato sarà punita’. Questa disposizione viola il principio di legalità del diritto penale.
José Benjamin Fuca e Belchior Lanso Tati, accusati sulla base di questa disposizione, devono essere rilasciati o accusati di un reato di accertata natura penale e deve essere loro garantito un processo equo.
Una quinta persona, André Zeferino Puati, è stata condannata ai sensi di quest’articolo. Amnesty International chiede che sia rilasciata o sottoposta a un nuovo processo sulla base di una legge che soddisfi i requisiti richiesti dagli standard internazionali.
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