Nel 2021 Damisoa e la sua famiglia sono fuggiti dalla loro casa nella regione di Androy, nel Madagascar meridionale, a causa della carestia. La siccità, aggravata dai cambiamenti climatici, ha fatto sì che non ci fosse abbastanza cibo per sopravvivere. Dopo un difficile viaggio di quattro mesi e 1.500 km hanno raggiunto Boeny, nel nord-ovest, sperando in una vita migliore. Ma non è andata così.
Nel 2023 è stata loro assegnata una minuscola capanna di 5 m² in un sito di reinsediamento. Ogni volta che arriva la stagione delle piogge, il vicino fiume Kamoro si gonfia, circondando il sito con acque spesso infestate dai coccodrilli. Questo rende pericoloso per i residenti persino uscire di casa. Il terreno è arido e l’accesso a cibo, acqua pulita e assistenza sanitaria sono estremamente limitati. All’inizio del 2025, la nipote neonata di Damisoa, Sitella, è morta dopo che la madre, indebolita dalla fame e dalla sete, non è più riuscita ad allattarla.
Le persone sfollate a causa della carestia che ora vivono a Boeny hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria, ma gli aiuti sono estremamente limitati. In qualità di responsabile del sito nominato dal governo, Damisoa ha denunciato le condizioni degradanti che le persone residenti devono subire, ma le sue richieste sono rimaste inascoltate.
Firma l’appello e sollecita il governo ad agire subito per sostenere Damisoa e le altre persone sfollate a causa della siccità in tutto il Madagascar.
La regione di Androy, nel Madagascar meridionale, è stata colpita da gravi carestie, causate dalla siccità aggravata dai cambiamenti climatici. Tra le migliaia di persone colpite c’è Damisoa, un contadino e pastore di 48 anni, costretto ad abbandonare la sua casa con la moglie e i tre figli. La siccità aveva reso l’agricoltura quasi impossibile, lasciando lui e la sua famiglia senza altra scelta che abbandonare la propria casa, poiché non c’era cibo per sopravvivere.
Nell’ottobre 2020 Damisoa ha deciso di emigrare nella regione di Boeny, nel nord-ovest dell’isola, a circa 1.500 chilometri da Androy. Dopo aver venduto i propri beni, lui e la sua famiglia non potevano comunque permettersi il viaggio diretto in autobus, che costava circa l’equivalente di 68 dollari a persona.
Una volta giunti a destinazione, le condizioni degradanti in cui Damisoa, la sua famiglia e le altre persone sfollate sono state costrette a convivere con acqua inquinata, terreno sterile e presenza di coccodrilli. Questa situazione ha portato all’avvio di una campagna per sollecitare il governo del Madagascar a impegnarsi per facilitare il coinvolgimento delle organizzazioni umanitarie internazionali e di altri attori rilevanti nel sostenere il reinsediamento degli sfollati interni.
Direttore generale
Ufficio nazionale per la gestione dei rischi e dei disastri
Avaratra Antanimora Route Mausolée
Antananarivo 101
Madagascar
Egregio Direttore Generale,
nel 2021, Damisoa e la sua famiglia hanno dovuto abbandonare la regione di Androy, colpita dalla siccità e dalla conseguente carestia. Il governo li ha reinsediati a Boeny, in un sito dove l’agricoltura è impraticabile e l’accesso a cibo, acqua e servizi igienici è regolarmente e gravemente ostacolato da correnti marine e acque infestate da coccodrilli.
Le persone sfollate a causa della carestia che ora vivono a Boeny hanno urgente bisogno di assistenza umanitaria ma gli aiuti sono concentrati quasi esclusivamente nel sud del Madagascar, colpito dalla siccità.
Mi rivolgo a Lei per chiederle azioni urgenti al fine di garantire i diritti umani delle persone sfollate a Boeny e in tutto il Madagascar e la esortiamo a cercare attivamente il sostegno delle agenzie umanitarie e di altri attori rilevanti.
La ringrazio per l’attenzione.