Il rapper iraniano Toomaj Salehi era stato condannato a morte per “corruzione sulla terra” da un tribunale rivoluzionario nell’aprile 2024. Il 22 giugno la Corte suprema ha annullato la condanna e ha rinviato il caso al tribunale rivoluzionario di Isfahan per un riesame. Anche solo un giorno in più dietro le sbarre è un’ingiustizia: Toomaj Salehi non ha fatto altro che chiedere il rispetto dei diritti fondamentali. Deve essere libero di continuare a fare la propria musica e di accedere alle cure mediche di cui ha bisogno.
Toomaj Salehi è un fervido sostenitore delle proteste antigovernative scoppiate dopo la morte di Mahsa Jina Amini, la 22enne che aveva perso la vita dopo essere stata posta in custodia perché non portava correttamente il velo. Nei suoi brani il rapper chiede la libertà per i detenuti ingiustamente imprigionati e la fine della repressione. Nei suoi versi trovano spazio anche la denuncia della povertà e della corruzione.
Salehi ha raccontato di essere stato sottoposto a torture e tenuto in isolamento prolungato. Di recente il rapper è finito sotto indagine in altri casi sulla base di accuse pretestuose e rischia lunghe pene detentive.
Unisciti a noi per chiedere il rilascio di Toomaj. Firma l’appello alla Guida Suprema dell’Iran.
Head of judiciary, Gholamhossein Mohseni Ejei
c/o Embassy of Iran to the European Union
Avenue Franklin Roosevelt No. 15, 1050 Bruxelles, Belgium
Egregio Gholamhossein Mohseni Ejei,
il rapper Toomaj Salehi, 33 anni, è detenuto arbitrariamente nella prigione centrale di Esfahan, nella provincia di Esfahan, in relazione alla sua partecipazione e al suo sostegno alla rivolta “Donna Vita Libertà”, alla sua musica, alla condanna pubblica dell’oppressione e delle esecuzioni di condanne a morte e alla richiesta di diritti umani e libertà. Il 22 giugno 2024, l’avvocato di Toomaj Salehi ha scritto su X [ex Twitter] che la sezione 39 della Corte suprema ha annullato la condanna e alla pena di morte di Toomaj Salehi per “corruzione sulla terra” (efsad fel arz), inflitta dalla sezione 1 del Tribunale rivoluzionario di Esfahan nell’aprile 2024 a seguito di un processo gravemente iniquo. Ha aggiunto che la Corte avrebbe inviato il caso a “una sezione equivalente [del tribunale] per ulteriori procedimenti”. Una fonte informata ha riferito ad Amnesty International che il caso è stato deferito alla sezione 5 del Tribunale rivoluzionario di Esfahan il 7 luglio 2024, sottolineando che le accuse sono rimaste ignote. La fonte ha aggiunto che il 10 luglio 2024 agenti dei servizi segreti hanno interrogato nuovamente Toomaj Salehi senza la presenza di un avvocato in relazione a due nuovi casi, entrambi derivanti esclusivamente dalle sue attività pacifiche, tra cui una sua nuova canzone pubblicata nel marzo 2024, mentre era in carcere. Lo stesso giorno è stato accusato in due casi. Nel primo caso, davanti al Tribunale rivoluzionario, di “diffusione di propaganda contro il sistema” e di “incitamento alla guerra e all’omicidio con l’intento di turbare la sicurezza nazionale”. Nel secondo caso, davanti a un tribunale penale, di “insultare le figure religiose” e “diffondere menzogne con l’intento di disturbare l’opinione pubblica”. In caso di condanna, rischia una lunga condanna.
Le autorità hanno arrestato arbitrariamente Toomaj Salehi il 30 ottobre 2022 e lo hanno sottoposto a sparizione forzata per un mese, rifiutando di rivelare alla sua famiglia la località in cui si trovava. Durante questo periodo, le sue “confessioni” forzate sono state trasmesse per la prima volta dalla televisione di Stato all’inizio di novembre 2022. Il 18 novembre 2023, dopo essere stato scarcerato su cauzione, ha dichiarato in un video pubblicato online di essere stato torturato durante la detenzione, anche con ripetute percosse che gli hanno provocato fratture alle mani e alla gamba e la perdita di coscienza per due giorni. È stato inoltre sottoposto a una prolungata detenzione in isolamento per otto o nove mesi. È stato nuovamente arrestato il 30 novembre 2023 e le autorità continuano a negargli l’accesso a un’assistenza sanitaria adeguata, anche per le ferite alla gamba e alle mani causate dalla tortura, per le quali ha bisogno di un intervento chirurgico e di antidolorifici.
Le chiedo di scarcerare immediatamente e incondizionatamente Toomaj Salehi, detenuto esclusivamente per l’esercizio pacifico dei suoi diritti umani, e di ritirare tutte le accuse contro di lui legate all’esercizio del suo diritto alla libertà di espressione e di riunione pacifica. In attesa della sua scarcerazione, La esorto a fornire a Toomaj Salehi un’assistenza sanitaria adeguata e visite regolari da parte della sua famiglia e dei suoi avvocati e a proteggerlo da ulteriori torture e altri maltrattamenti. Devono essere condotte indagini rapide, indipendenti, efficaci e imparziali sulle sue accuse di tortura e coloro che sono sospettati di responsabilità penale devono essere portati davanti alla giustizia in processi equi. La esorto inoltre a garantire l’accesso di osservatori indipendenti ai processi legati alle proteste che prevedono la possibilità di comminare la pena di morte e a stabilire immediatamente una moratoria ufficiale sulle esecuzioni in vista dell’abolizione della pena di morte.
Cordiali saluti,
Il 2 luglio 2023, Toomaj Salehi è stato processato davanti alla sezione 1 del Tribunale rivoluzionario di Esfahan. Gli sono stati concessi solo 30 minuti per incontrare i suoi avvocati prima del processo, violando così il suo diritto ad avere tempo e strutture adeguate per preparare la difesa. Il 10 luglio 2023, l’avvocato ha dichiarato in un’intervista che la sezione 1 del Tribunale rivoluzionario di Esfahan aveva emesso il verdetto, condannandolo per sei capi d’accusa e a un totale di 18 anni e nove mesi di carcere. Secondo l’avvocato, la condanna a sei anni e tre mesi di carcere è stata comminata in base alla nota all’articolo 286 del codice penale islamico, che è l’accusa di “corruzione sulla terra” (efsad fel arz). Questo articolo stabilisce che: “Chiunque, in modo generalizzato, commetta crimini contro l’integrità fisica degli individui, crimini contro la sicurezza nazionale, causi uno sconvolgimento della struttura economica del paese, commetta incendi dolosi e distruzioni, distribuisca sostanze velenose o pericolose o gestisca centri di corruzione e prostituzione, in modo da provocare un grave sconvolgimento dell’ordine pubblico del paese o causare danni estesi all’integrità fisica degli individui o alla proprietà privata e pubblica, o diffonda la corruzione o la prostituzione su larga scala, è ’corrotto’ sulla terra e sarà condannato a morte”. La nota a questo controverso articolo dice che se il tribunale non stabilisce, sulla base della totalità delle prove, l’intenzione di provocare una diffusa insicurezza dell’ordine pubblico, di causare danni ingenti o di diffondere la corruzione o la prostituzione su larga scala, e se le azioni dell’individuo non rientrano in altre sanzioni legali, l’individuo riceverà una pena detentiva al posto della condanna a morte.
Toomaj Salehi è stato inoltre condannato a un anno e tre mesi di carcere per “diffusione di menzogne con l’intento di disturbare l’opinione pubblica” per gli stessi presunti atti per i quali è stato condannato ai sensi della nota all’articolo 286. Secondo il suo avvocato, queste accuse derivano dai suoi post su X in relazione alle proteste del movimento “Donna Vita Libertà” e alle critiche alle autorità. Toomaj Salehi è stato inoltre condannato a un anno e tre mesi di carcere per “diffusione di propaganda contro il sistema”; a un anno e tre mesi e 40 frustate per “disturbo dell’ordine pubblico”; a sei anni e tre mesi per “incitamento alla guerra e all’omicidio con l’intenzione di turbare la sicurezza nazionale”; e a due anni e sei mesi per “incitamento a commettere atti di violenza”. Gli è stato inoltre imposto il divieto di viaggiare per due anni, il divieto di svolgere attività musicali per due anni e l’obbligo di frequentare corsi di educazione alla vita tenuti dal dipartimento di prevenzione del crimine della magistratura. È stata anche richiamata una precedente condanna a sei mesi di carcere con sospensione della pena, risalente al 2021. Nel novembre 2023, la sezione 39 della Corte suprema ha annullato la sentenza del Tribunale rivoluzionario e ha rinviato il caso alla stessa corte inferiore per un nuovo processo. Il 21 gennaio 2024, l’avvocato di Toomaj Salehi ha riferito su X che il Tribunale rivoluzionario aveva definito la sentenza della Corte suprema “consultiva” e ha rinviato il caso all’ufficio del procuratore, ordinando di emettere un nuovo atto d’accusa con 10 capi d’imputazione, tra cui i due per cui era stato precedentemente assolto, oltre a due nuovi capi d’imputazione, ovvero “riunione e collusione per commettere crimini contro la sicurezza nazionale” e “complicità nella ribellione armata contro lo Stato” (baghi). Nell’aprile 2024, la Sezione 1 del Tribunale rivoluzionario di Esfahan ha condannato a morte Toomaj Salehi per “corruzione sulla terra” (efsad fel arz).