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Amina bint Abdul Hamid bin Salem Nasser è stata decapitata il 12 dicembre nella provincia settentrionale di al-Jawf per i reati di ‘magia’ e ‘stregoneria’. Nel dare la notizia, il ministero dell’Interno non ha fornito ulteriori particolari.
‘Anche in assenza di altri dettagli, quello che è certo è che si è trattato di un atto agghiacciante. I reati di ‘magia’ e ‘stregoneria’ non sono previsti come tali nelle leggi saudite e vengono usati per punire, al termine di processi iniqui, persone colpevoli di aver esercitato i loro diritti alla libertà di espressione e di religione. Ricorrervi per decapitare una persona è aberrante‘ – ha dichiarato Philip Luther, direttore per il Medio Oriente e l’Africa del Nord di Amnesty International.
Si è trattato della seconda esecuzione del genere del 2011. Prima di Amina bint Abdul Hamid bin Salem Nasser, a settembre era stato decapitato per ‘stregoneria’, nella città di Medina, un cittadino del Sudan che aveva denunciato di essere stato costretto a confessare sotto tortura e che non durante il processo non era stato assistito da un avvocato.
Nel 2011 sono state eseguite 79 condanne a morte (cinque delle quali nei confronti di donne), a fronte di 27 esecuzioni nel 2010. Amnesty International stima che centinaia di persone, condannate al termine di processi iniqui, per lo più per presunti reati di droga, siano in attesa dell’esecuzione.
La pena di morte è prevista in Arabia Saudita per un’ampia serie di reati, tra cui omicidio, stupro, blasfemia, apostasia, stregoneria, adulterio e reati legati alla droga.
(21 settembre 2011) Arabia Saudita: decapitato per ‘stregoneria’