Arabia Saudita: decapitato per ‘stregoneria’

20 Settembre 2011

Tempo di lettura stimato: 2'

Abdul Hamin bin Hussain bin Moustafa al-Fakki, cittadino sudanese, è stato decapitato a Medina lunedì 19 settembre perché colpevole di ‘stregoneria’. Si è trattato della 44ma esecuzione dall’inizio dell’anno in Arabia Saudita (erano state 27 in tutto il 2010); un quarto delle persone messe a morte erano di nazionalità straniera.  Altri 140 prigionieri sono in attesa dell’esecuzione.

Abdul Hamin al-Fakki era stato arrestato nel 2005 dopo che un agente del Mutawa’een (la polizia religiosa) si era rivolto a lui per chiedergli un sortilegio che avrebbe spinto suo padre a lasciare la seconda moglie. Secondo i resoconti giudiziari, Abdul Hamin al-Fakki avrebbe chiesto in cambio l’equivalente di poco meno di 1200 euro. La condanna a morte era stata emessa nel 2007 e da allora Amnesty International aveva lanciato una campagna per scongiurare l’esecuzione.

Il reato di ‘stregoneria’ è formulato in modo del tutto vago dalle leggi saudite. Amnesty International ritiene che sia utilizzato anche per punire il legittimo esercizio del diritto alla libertà d’espressione.