Arabia Saudita, prigioniero di coscienza deceduto dopo giorni di coma

24 Aprile 2020

Amnesty International

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Siamo sconvolti dalla notizia della morte del dott. Abdullah al-Hamid, deceduto mentre stava scontando una condanna a 11 anni solo per aver espresso le sue opinioni” ha dichiarato Lynn Maalouf, direttrice delle ricerche sul Medio Oriente di Amnesty International.

Abdullah al-Hamid è deceduto dopo due settimane di coma a seguito di un infarto che lo aveva colpito il 9 aprile.

Avevamo sollecitato le autorità dell’Arabia Saudita a rilasciare immediatamente il prigioniero di coscienza e difensore dei diritti umani Abdullah al-Hamid, che versa in condizioni critiche dopo avuto un infarto, il 9 aprile, che lo ha ridotto in coma.

Arrestato nel 2012, al-Hamid, 69 anni, attualmente ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale al-Shumaisi di Riad ma formalmente ancora detenuto, sta scontando una condanna a 11 anni di carcere solo per aver espresso le sue opinioni come co-fondatore dell’Associazione saudita per i diritti civili e politici, i cui membri sono stati via via tutti arrestati, e nell’ambito della sua attività accademica come docente di Letteratura contemporanea all’università islamica intitolata all’imam Muhammad bin Saud, dalla quale fu poi licenziato.

Negli ultimi mesi al-Hamid aveva iniziato a soffrire di ipertensione e, nonostante fosse stato raccomandato che si operasse, era stato avvisato di non parlarne coi suoi familiari altrimenti gli sarebbero state proibite le comunicazioni.