Arabia Saudita, prosegue la repressione: arrestate altre due attiviste

2 Agosto 2018

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Amnesty International ha appreso che altre due note attiviste per i diritti umani dell’Arabia Saudita, Samar Badawi e Nassima al-Sada, sono state arrestate nei giorni precedenti.

Più volte, in passato, le due donne erano state perseguitate, minacciate, aggredite e private del diritto di viaggiare all’estero solo a causa del loro attivismo.

Questo livello senza precedenti di repressione nei confronti di chi difende i diritti umani in Arabia Saudita è profondamente preoccupante ed è il segnale che il giro di vite è lungi dall’essere cessato”, ha dichiarato Lynn Maalouf, direttrice delle ricerche sul Medio Oriente di Amnesty International.

Queste donne coraggiose erano le ultime esponenti della comunità dei diritti umani nel paese, e adesso anche loro sono agli arresti. Sotto la nuova leadership del principe della corona Mohamed bin Salman, è stato cancellato anche il minimo ambito d’azione per chi difende i diritti umani”, ha aggiunto Maalouf.

Nonostante i reiterati tentativi delle autorità di Riad di mostrare l’immagine di un paese che sta attuando riforme ‘modernizzatrici’, la realtà è che continuano gli arresti degli attivisti e delle attiviste che portano avanti la loro azione in favore dei diritti umani in modo del tutto pacifico”, ha sottolineato Maalouf.

Chiediamo alla comunità internazionale di fare pressione sulle autorità saudite affinché cessi questa dura repressione contro gli attivisti per i diritti umani. Stati come gli Usa, il Regno Unito o la Francia, che potrebbero usare il loro peso in questo senso, sono zitti da troppo tempo. E il loro è un silenzio assordante”, ha commentato Maalouf.

Se, come appare in tutta evidenza, Samar Badawi e Nassima al-Sada sono state nuovamente arrestate per il loro attivismo in favore dei diritti umani, allora devono essere rilasciate immediatamente”, ha concluso Maalouf.

Ulteriori informazioni

Samar Badawi è la sorella di Raif, il blogger condannato a 10 anni di carcere e a 1000 frustate, 50 delle quali già eseguite, per aver pubblicato un sito nato per favorire il dibattito pubblico. Nel 2014 è stata colpita da un divieto di viaggio e nel 2016 era finita in carcere.

Nassima al-Sada ha svolto campagne nella Provincia orientale in favore dei diritti civili e politici, dei diritti delle donne e di quelli della minoranza sciita che vive nell’est del paese. Si è candidata alle elezioni locali nel 2015 ma la sua candidatura è stata respinta. È stata anche protagonista della campagna per il diritto di guida delle donne e per la fine del sistema repressivo del tutore maschile. A sua volta, le era stato imposto il divieto di viaggio.

Nei giorni scorsi è stata arrestata anche Amal al-Harbi, moglie di Fawzan al-Harbi, difensore dei diritti umani già in carcere e fondatore dell’Associazione saudita per i diritti civili e politici. Le ragioni dell’arresto della donna non sono note.

A partire da maggio, sono state arrestate diverse note attiviste e promotrici di campagne per i diritti umani. Tra loro figurano Loujain al-Hathloul, Iman al-Nafjan e Aziza al-Yousef. Molte di loro restano in carcere senza che sia stata formalizzata alcuna accusa e rischiano fino a 20 anni di detenzione se processate dal tribunale anti-terrorismo. Sono in prigione anche Nouf Abdulaziz e Maya’a al-Zahrani, così come attivisti impegnati nella difesa dei diritti umani come Mohammed al-Bajadi e Khalid al-Omeir.