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Un anno dopo la condanna di Raif Badawi a 1000 frustate e 10 anni di carcere, Amnesty International e la moglie Ensaf Haidar hanno rinnovato l’appello per l’immediato e incondizionato rilascio del blogger saudita.
“È veramente tragico che sia trascorso un anno intero da quella crudele e ingiusta condanna. Raif Badawi è stato punito in tutta evidenza per aver osato esercitare il suo diritto alla libertà d’espressione” – ha dichiarato Said Boumedouha, vicedirettore del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
“Non basta che le autorità saudite abbiano sospeso la fustigazione pubblica di Raif Badawi nel tentativo di evitare le critiche internazionali e di far dimenticare il suo caso. Fino a quando la sentenza non sarà annullata, rimarrà ingiustamente imprigionato e a rischio di essere frustato, ulteriore macchia sul già tragico curriculum dell’Arabia Saudita in materia di diritti umani. È più che mai il momento che la sua condanna sia annullata e che le autorità di Riad lo rilascino immediatamente e senza alcuna condizione” – ha aggiunto Boumedouha.
Ensaf Haidar, moglie di Raif Badawi, sta portando avanti dall’esilio canadese un’incessante campagna in favore del marito. In occasione del primo anniversario della condanna, ha inviato un toccante appello alle autorità saudite: “Un anno fa, avete condannato mio marito a 10 anni di carcere e a 1000 frustate. Quattro mesi fa, l’avete frustato in pubblico come se fosse uno spregevole criminale. Esprimere le proprie opinioni non è un crimine. Sollecito il re Salman bin Abdul Aziz Al Saud a rilasciare immediatamente mio marito e a porre fine alla sua sofferenza” – ha scritto Ensaf Haidar. “Sono estremamente riconoscente per il sostegno internazionale in favore di mio marito. Credo che abbia contribuito a evitare ulteriori frustate. Ma non basta. Raif sta ancora languendo in carcere, trascorre ogni giorno senza sapere cosa accadrà quello dopo. È giunto il momento che sia liberato e che possa unirsi nuovamente alla sua famiglia” – ha aggiunto Ensaf Haidar.
Amnesty International sta sollecitando la comunità internazionale, e in particolare gli alleati occidentali dell’Arabia Saudita, a fare pressioni su Riad affinché Raif Badawi e altre decine di prigionieri di coscienza ingiustamente in carcere siano rilasciati.
Ulteriori informazioni
Il 7 maggio 2014 un tribunale di Gedda ha condannato Raif Badawi a 10 anni di carcere, 1000 frustate e una multa di un milione di rial per aver aperto un forum online per il pubblico dibattito.
Il 9 gennaio 2015 Raif Badawi ha subito le prime 50 frustate, al termine della preghiera del venerdì, in una pubblica piazza di Gedda. Dopo le proteste internazionali, nelle successive due settimane le frustate sono state sospese su raccomandazione dei medici. In seguito le frustate sono state ulteriormente sospese, senza motivazione, ma rischiano di riprendere.
Amnesty International considera Raif Badawi prigioniero di coscienza e ha avviato una campagna globale per il suo rilascio, sostenuta da decine di migliaia di persone in ogni parte del mondo. Amnesty International Italia ha svolto per 10 settimane consecutive manifestazioni di fronte all’Ambasciata dell’Arabia Saudita a Roma, riuscendo a consegnare a un funzionario della rappresentanza diplomatica saudita oltre 20.000 firme a sostegno del rilascio di Raif Badawi. Amnesty International Italia collaborerà all’uscita e alla promozione di una raccolta di testi di Raif Badawi, la cui pubblicazione è prevista a settembre a cura dell’editore Chiarelettere.