Arizona, Usa: porre fine al regime d’isolamento nelle carceri di massima sicurezza

2 Aprile 2012

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In un rapporto diffuso oggi, Amnesty International ha denunciato che più di 2000 prigionieri sono tenuti per mesi o anni in condizioni d’isolamento estremo e deprivazione sensoriale nelle carceri di massima sicurezza dello stato dell’Arizona, Usa. Il regime d’isolamento priva di umanità i detenuti e le autorità penitenziarie vengono meno al dovere di curare la loro salute fisica e mentale.

In Arizona, oltre un detenuto su 20 è tenuto in isolamento, un rapporto sproporzionatamente alto in un paese che è ritenuto avere la massima popolazione carceraria mondiale in isolamento.

In isolamento si trova più di una decina di ragazzi tra i 14 e i 17 anni in un’unità speciale per minorenni che tuttavia sono stati giudicati e condannati alla stregua di imputati adulti.

L’isolamento in Arizona è una pratica disumana. Qualunque cosa, dalle celle fino alla mancanza di cure mediche e di opportunità riabilitative, sembra essere stata espressamente progettata per privare di umanità i detenuti‘ – ha dichiarato Angela Wright, ricercatrice di Amnesty International sugli Usa.

L’isolamento dovrebbe essere usato solo come estrema risorsa e per brevi periodi di tempo e mai nei confronti di minorenni o di persone con problemi di salute mentale‘ – ha aggiunto Wright.

La maggior parte dei prigionieri in isolamento si trova nelle Unità a gestione speciale del complesso penitenziario statale di Eyman. I detenuti passano quasi 24 ore in una cella piccola, senza finestre e con scarsa ventilazione o luce naturale. Non possono lavorare né seguire programmi educativi o riabilitativi. È loro concesso di lasciare le loro celle al massimo tre volte alla settimana, per non più di due ore ogni volta, per lavarsi e svolgere attività fisica da soli, in un piccolo cortile nel quale raramente arriva la luce solare. Le visite con familiari e avvocati avvengono attraverso un vetro, senza alcun contatto fisico.

In una lettera inviata ad Amnesty International, un prigioniero detenuto da anni in isolamento descrive le condizioni insopportabili, con pezzi di cibo, urina e feci sulle pareti della cella. Molti prigionieri hanno contratto lo stafilococco e hanno infezioni cutanee.

Le autorità considerano i detenuti in isolamento come soggetti a massimo rischio per il pubblico e per il personale penitenziario. Tuttavia, non tutti i prigionieri sembrerebbero rientrare in questa categoria: alcuni sono stati posti in isolamento per ripetute, piccole infrazioni ai regolamenti.

Molti prigionieri hanno malattie mentali e disturbi del comportamento, una condizione destinata a peggiorare a causa dell’isolamento. Secondo gli esperti sanitari, forme d’isolamento come quelle in vigore in Arizona possono causare gravi danni psicologici tra cui ansia e depressione, distorsioni della percezione e psicosi, anche in soggetti che non ne avevano sofferto in passato.

Ricerche e raccolte di dati provenienti da diverse fonti sottolineano come i suicidi siano più frequenti tra i detenuti in isolamento che nel resto della popolazione carceraria.

Tra l’ottobre 2005 e l’aprile 2011, nelle prigioni per adulti dell’Arizona si sono verificati almeno 43 suicidi: 22 dei 37 casi su cui Amnesty International ha ottenuto informazioni, hanno avuto luogo nei reparti d’isolamento.

Alcuni stati degli Usa hanno recentemente ridotto o chiuso i reparti d’isolamento, a seguito di sentenze di tribunale o per ridurre i costi di gestione.

Nel 2007, ad esempio, il Mississippi ha limitato i criteri per porre i detenuti al regime d’isolamento e ha avviato programmi di attività ricreative e comuni fino a quando, nel 2010, ha posto fine all’isolamento trasferendo i detenuti negli altri reparti. Secondo le autorità il cambiamento ha prodotto un migliore comportamento dei prigionieri, meno violenza e minore uso della forza.

Siamo consapevoli che i prigionieri possano, qualche volta, essere isolati per ragioni di sicurezza o a seguito di misure disciplinari. Ma nessuno di loro dovrebbe essere privato di cose fondamentali, come un adeguato esercizio fisico, l’accesso alla luce e alla ventilazione naturale e una significativa interazione con gli altri detenuti‘ – ha concluso Wright.

Per svolgere la sua ricerca, Amnesty International ha chiesto di visitare i reparti d’isolamento di Eyman, ma la sua richiesta è stata negata. La direzione di Eyman ha rifiutato d’incontrare i delegati di Amnesty International che si trovavano in Arizona nel luglio 2011, impedendo loro d’ispezionare il complesso penitenziario e le sue strutture.

La ricerca di Amnesty International si è pertanto basata su una serie di fonti, come i prigionieri e i loro avvocati, attuali ed ex dipendenti del carcere e i regolamenti e le procedure del dipartimento delle carceri dell’Arizona.

Scarica il rapporto ‘Usa: cruel isolation. Amnesty International’s concerns about conditions in Arizona maximum security prisons’