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L’uccisione, questa mattina nel villaggio di Beit Hanun, di 18 civili palestinesi colpiti da un bombardamento israeliano, è stata definita una ‘azione spaventosa’ da Amnesty International. L’organizzazione ha chiesto l’avvio di un’indagine immediata e indipendente che accerti i fatti e punisca i responsabili.
Tra le vittime, molte delle quali stavano dormendo quando le loro case sono state colpite dalle cannonate dell’esercito israeliano, figurano anche otto bambini. Secondo quanto riferito a un delegato di Amnesty International, giunto a Beit Hanun poco dopo il bombardamento, 15 palestinesi sono stati uccisi dalla prima cannonata, altri tre da un secondo colpo esploso mentre si stavano prestando i soccorsi alle vittime.
‘Questo episodio terribile fa seguito a un nuovo picco delle uccisioni di palestinesi da quando, il 2 novembre, le forze israeliane hanno lanciato la loro ultima operazione militare nella Striscia di Gaza‘ – ha dichiarato Malcolm Smart, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. ‘L’azione di Israele durante l’intera operazione è stata segnata da un profondo disprezzo per la vita dei civili palestinesi‘.
Prima di stamattina, l’assedio militare di Beit Hanun era già costato la vita a 53 palestinesi e aveva provocato un numero ancora maggiore di feriti. L’operazione ‘Nuvole d’autunno’ è andata avanti dal 2 al 7 novembre con l’obiettivo, secondo quanto dichiarato dalle autorità israeliane, di impedire il lancio di razzi Qassam contro le città e i villaggi israeliani vicini alla Striscia di Gaza.
All’inizio dell’assedio di Beit Hanun, un alto ufficiale dell’esercito israeliano, il Colonnello Yarom, aveva affermato che alle truppe era stato dato l’ordine di evitare vittime civili. Quattro giorni dopo, di fronte all’elevato numero di morti e feriti tra i palestinesi, il primo ministro israeliano Olmert ha dichiarato: ‘I palestinesi che sono rimasti feriti erano in larga parte armati. Purtroppo stanno usando gente innocente come scudi umani, coinvolgendo civili che non c’entrano nulla’.
Le informazioni raccolte dalla delegazione di Amnesty International presente a Gaza contraddicono queste affermazioni e indicano che almeno la metà dei palestinesi uccisi, tra cui almeno due donne e parecchi bambini, erano persone disarmate e del tutto estranee agli scontri.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 8 novembre 2006
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