Attentati di Parigi

21 Novembre 2015

Tempo di lettura stimato: 4'

Amnesty International ha manifestato la più ferma condanna per gli attentati che la sera del 13 novembre hanno causato 130 vittime a Parigi. Questi attacchi testimoniano un disprezzo assoluto per la vita umana. Amnesty International ha espresso la sua profonda solidarietà alle vittime e alle loro famiglie.

 

Il 14 novembre, il presidente francese François Hollande ha dichiarato lo stato di emergenza che conferisce alla polizia una serie di poteri aggiuntivi. Il 19 novembre il parlamento francese ha approvato la proposta di estendere lo stato d’emergenza per tre mesi, prevedendo un’ulteriore serie di misure rispetto a quelle entrate in vigore cinque giorni prima. Tra queste, il potere di perquisire abitazioni private e imporre arresti domiciliari senza la necessità di un’autorizzazione giudiziaria. Vengono inoltre prolungati i poteri di vietare le associazioni con effetto permanente e di proibire le manifestazioni pubbliche.

Amnesty International ha chiesto al governo francese di non considerare le misure di emergenza sottoposte al parlamento dopo gli orribili attentati di Parigi come un elemento permanente della sua strategia contro il terrore.

Adesso la protezione della popolazione da possibili ulteriori attacchi è giustamente la priorità numero uno. Ma le misure di emergenza presentate al parlamento contemplano una radicale estensione dei poteri dell’esecutivo a scapito delle garanzie fondamentali per i diritti umani. Queste misure dovranno essere usate solo quando strettamente necessario, evitando che diventino un elemento permanente della strategia francese contro il terrore‘. John Dalhuisen, direttore del programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.

Paura e recinzioni. Come l’Europa tiene lontani i rifugiati

Nel rapporto ‘Paura e recinzioni. Come l’Europa tiene lontani i rifugiati‘ pubblicato il 17 novembre, Amnesty International ha chiesto all’Unione europea di non sigillare le sue frontiere terrestri sulla scia degli efferati attacchi del 13 novembre a Parigi. Questo continuerà ad alimentare violazioni dei diritti umani, senza alcuna utilità per migliorare la sicurezza e senza fermare l’afflusso di rifugiati disperati.

Arrendersi alla paura sulla scia degli efferati attacchi di Parigi non servirà a proteggere nessuno. Le persone in fuga da persecuzioni e conflitti non sono scomparse né lo è il loro diritto alla protezione. Dopo questa tragedia, la mancata estensione di solidarietà per le persone in cerca di rifugio in Europa, spesso in fuga dallo stesso tipo di violenza, sarebbe una vile abdicazione di responsabilità e una tragica vittoria del terrorismo sull’umanità. Finché ci saranno violenza e guerra, la gente continuerà ad arrivare e l’Europa deve trovare modi migliori per offrire protezioneL’Unione europea e i suoi stati frontalieri in prima linea devono urgentemente ripensare a come poter assicurare percorsi d’accesso legali e sicuri sia alla frontiera esterna terrestre europea che nei paesi di origine e di transito. Ciò può essere realizzato attraverso l’aumento dei posti a disposizione per il reinsediamento, le riunificazioni familiari e il rilascio di visti per motivi umanitari‘.

John Dalhuisen, direttore del programma Europa e Asia centrale di Amnesty International.