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Amnesty International ha sollecitato le autorità bielorusse a rilasciare tre attivisti, condannati sulla base di accuse pretestuose solo per aver criticato le irregolarità che avevano caratterizzato le elezioni presidenziali del dicembre 2010. L’organizzazione per i diritti umani ha adottato i tre attivisti come ‘prigionieri di coscienza’ e avvierà azioni per assicurare la loro liberazione immediata e incondizionata.
Il 24 marzo Zmitser Dashkevich ed Eduard Lobaud, due esponenti del Fronte giovanile, sono stati condannati rispettivamente a due e a quattro anni da scontare in una colonia penale per ‘vandalismo’ avendo, secondo l’accusa, aggredito dei passanti. Il 29 marzo Mikita Likhavid, uno studente di 20 anni, è stato condannato a tre anni e sei mesi da scontare in una colonia penale per ‘disordini di massa’.
Secondo le informazioni raccolte da Amnesty International, il 18 dicembre Dashkevich e Lobaud sono stati aggrediti da quattro ‘passanti’ che avevano chiesto loro informazioni, in una via della capitale Minsk. Di lì a poco, è entrato in scena un furgone della polizia, sulla quale i due attivisti sono stati costretti a salire. Likhavid è stato arrestato nel corso delle manifestazioni convocate il 19 dicembre, non appena ufficializzata la quarta rielezione consecutiva del presidente Lukashenka.
Con queste ultime condanne, sale a 15 il numero dei prigionieri di coscienza in carcere o agli arresti domiciliari, in relazione alle proteste postelettorali.
Molti altri processi nei confronti di oltre 500 persone arrestate il 19 dicembre, tra cui sette dei nove candidati presidenti dell’opposizione, sono ancora in corso. Il 25 marzo circa 70 attivisti politici e sindacali e giornalisti sono stati arrestati per impedir loro di prendere parte alla Giornata della libertà, l’anniversario della creazione della Repubblica popolare bielorussa nel 1918.