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Il 21 novembre un tribunale di Changsha, nella Cina centrale, ha condannato a due anni di carcere l’avvocato Jiang Tianyong per “incitamento a sovvertire i poteri dello stato” in quello che è apparso un esempio da manuale della sistematica persecuzione in atto contro chi cerca di difendere i diritti umani in Cina.
In una precedente udienza, ad agosto, Jiang Tianyong aveva dichiarato il suo “pentimento” per aver diffuso voci sulle torture subite in una stazione di polizia da un altro avvocato per i diritti umani, Xie Yang (rilasciato su cauzione a maggio), e per aver preso parte a seminari all’estero in cui si era discusso su come cambiare il sistema politico cinese.
Per Amnesty International, la condanna di Jiang Tianyong si è basata su accuse infondate e la stessa “confessione” di agosto non è stata altro che un atto di teatro politico messo in scena dalle autorità cinesi.
Jiang Tianyong era stato arrestato nel novembre 2016, dopo aver incontrato la moglie di Xie Yang, e per due mesi non aveva potuto incontrare i suoi difensori.
In precedenza era stato arrestato nel 2012 e nel 2014 ed entrambe le volte era stato torturato.
La repressione contro gli attivisti e gli avvocati per i diritti umani, lanciata nel luglio 2015 dalle autorità cinesi, ha preso di mira oltre 250 persone.