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Martedì 6 luglio un tribunale di Baku, la capitale dell’Azerbaigian, ha condannato a due anni e mezzo di carcere per la falsa accusa di possesso di droga il giornalista Eynulla Fatullayev, in quello che appare l’ultimo tentativo per ridurre al silenzio una autorevole voce critica.
Fatullayev stava già scontando una condanna a otto anni e mezzo di carcere per altre imputazioni architettate dalla pubblica accusa: terrorismo, diffamazione, incitamento all’odio razziale ed evasione fiscale.
Amnesty International ha adottato Fatullayev come prigioniero di coscienza. Anche la Corte europea dei diritti umani ha preso posizione contro la sua detenzione.