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La Commissione europea ha deciso di deferire la cosiddetta normativa “Stop Soros” alla Corte di giustizia dell’Unione europea e di avviare una nuova procedura di infrazione contro l’Ungheria per il diniego di cibo alle persone nella zona di confine con la Serbia.
Il pacchetto “Stop Soros”, entrato in vigore un anno fa, prende di mira gruppi che il governo ha identificato come impegnati a dare sostegno ai rifugiati e ai migranti. La criminalizzazione delle loro attività è un attacco diretto al lavoro degli attori della società civile.
Abbiamo contestato in tribunale la costituzionalità della controversa legge ungherese ma la Corte costituzionale ha respinto il ricorso non trovando la legislazione in violazione della Legge fondamentale, come è definita la Costituzione ungherese.
Nel commentare questo nuovo provvedimento, Eve Geddie, direttrice dell’ufficio di Amnesty International presso le Istituzioni europee, ha dichiarato:
“La decisione afferma che la campagna di intimidazione delle autorità ungheresi contro coloro che contestano le loro leggi e politiche xenofobe non sarà tollerata. Invia inoltre un messaggio inequivocabile a tutti gli Stati membri: le leggi che, come la “Stop Soros”, violano palesemente i diritti umani, saranno contestate a tutti i livelli.
Negli ultimi anni, le autorità ungheresi hanno adottato misure volte a negare l’accesso e il transito attraverso il Paese, hanno imposto la detenzione arbitraria a coloro che hanno tentato di entrare nel territorio ungherese, hanno sottoposto rifugiati e richiedenti asilo a respingimenti violenti e maltrattamenti e hanno messo a rischio la vita delle persone in attesa di espulsione negando loro il cibo e costringendole ad attraversare irregolarmente il confine verso la Serbia.
Nel settembre 2018 il Parlamento europeo ha deferito l’Ungheria al Consiglio europeo ai sensi dell’articolo 7 del Trattato e ora si attende la prima udienza dinanzi al Consiglio Affari generali.