Bahrein, aumenta il numero dei manifestanti morti a causa dei lacrimogeni

27 Gennaio 2012

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Amnesty International ha sollecitato le autorità del Bahrein a indagare sulla morte di almeno 13 manifestanti a seguito dell’uso improprio dei gas lacrimogeni da parte delle forze di sicurezza, impiegati per sgomberare proteste pacifiche e lanciati all’interno di abitazioni e in altri spazi chiusi.

I gas lacrimogeni sono usati dalle forze di polizia in molti paesi per sedare tumulti e disperdere raduni violenti che minacciano la legge e l’ordine. Il loro uso improprio, come in spazi chiusi o nei confronti di manifestanti pacifici che stanno unicamente esercitando il loro diritto alla libertà d’espressione, costituisce una violazione dei diritti umani.

Amnesty International ha chiesto alle autorità del Bahrein di rendere note le istruzioni impartite alle forze di sicurezza impiegate durante le manifestazioni.

Testimoni oculari hanno riferito ad Amnesty International che le forze di sicurezza hanno volutamente lanciato gas lacrimogeni all’interno di abitazioni private, con effetti devastanti per chi si trovava all’interno.

L’avvocata Fatima Khudair ha raccontato come la polizia antisommossa abbia aspettato che lei arrivasse a casa, il 5 gennaio, nel villaggio di Sitra che si trova a sud della capitale Manama. Una trentina di agenti hanno fatto irruzione nella casa dove si trovavano 12 persone tra donne e bambini. Un agente ha lanciato un lacrimogeno in una stanza e altri cinque in un cortile interno.

Maryam ‘Issam Ghanem, sette anni, figlia dell’avvocata Khudair, è stata colpita dai gas e soffre tuttora di asma. Le sue condizioni non si sono ancora stabilizzate. Zaynab ‘Ali Ghanib, un’altra parente, è stata ricoverata in ospedale per un’infiammazione a un occhio e per le ferite inferte dagli agenti di polizia.

Gli attivisti per i diritti umani e gli organi d’informazione hanno recentemente segnalato diversi decessi causati dal lancio di lacrimogeni all’interno delle abitazioni.

Salma Mohsin Abbas, 81 anni, è morta il 13 gennaio nel villaggio di Barbar dopo che le forze di sicurezza, nonostante avessero già disperso una manifestazione di protesta, hanno lanciato un lacrimogeno nella sua abitazione attraverso una finestra aperta.

Il 20 gennaio Yaseen AlAsfoor, 14 anni, è morto in un letto dell’ospedale Salmaniya della capitale Manama. I suoi polmoni hanno ceduto dopo che tre settimane prima le forze di sicurezza avevano lanciato tre gas lacrimogeni all’interno della sua casa, nel villaggio Ma’ameer, a sud di Manama.

Il 31 dicembre dello scorso anno era morto Sayyed Hashem Saeed, 15 anni, raggiunto da un lacrimogeno lanciato da distanza ravvicinata durante una protesta nella città di Sitra, a sud di Manama. Le forze di sicurezza hanno lanciato lacrimogeni anche contro la folla che prendeva parte ai suoi funerali.

Amnesty International ha chiesto al governo degli Usa di sospendere i trasferimenti al Bahrein di gas lacrimogeni e di altri agenti antisommossa. Contenitori di gas lacrimogeno e bossoli furono ritrovati all’indomani della repressione delle proteste di piazza della Perla, nel centro di Manama, il 17 febbraio 2011. A ottobre, gli Usa hanno sospeso un trasferimento di armi pronto per la partenza.

Nel frattempo il governo del Bahrein ha aperto un’inchiesta sulla vendita di gas lacrimogeni al governo del Bahrein da parte di aziende del suo paese.