Bahrein, elezioni parlamentari in un clima di forte repressione politica

11 Novembre 2022

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Si svolgono sabato 12 novembre le elezioni parlamentari nel Bahrein, il piccolo stato-isola del Golfo persico le cui autorità, dopo aver stroncato nel sangue la rivolta del 2011, continuano a violare i diritti umani, a perseguitare la società civile e gli organi d’informazione indipendenti e a mettere al bando partiti dell’opposizione.

Dal 2016, i partiti di opposizione che operavano legalmente prima del 2011 sono stati sciolti d’autorità: nel giugno di quell’anno è toccato ad al-Wefah, l’anno successivo ad Amal (entrambi i partiti rappresentavano la maggioranza di religione sciita) e infine a Wa’d. A dirigenti e membri di questi partiti è stato anche vietato di ricoprire ruoli di primo piano nelle associazioni e nei gruppi della società civile.

Stessa sorte per la stampa libera: con la chiusura del quotidiano al-Wasat, nel giugno 2017, tutti gli organi d’informazione del Bahrein sono filo-governativi o sotto il controllo diretto del governo.

Almeno 12 prigionieri di coscienza riconosciuti da Amnesty International languono nelle prigioni dello stato: la maggior parte di loro per aver guidato le proteste del 2011, ma tra di loro c’è anche Ali Salman, segretario del partito al-Wefaq.

Alla vigilia delle elezioni, Amnesty International ha diffuso una dettagliata analisi sulla situazione dei diritti umani nel Bahrein.