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Dall’inizio della rivolta, nel febbraio 2011, sono state uccise almeno 72 persone.
Secondo le associazioni locali per i diritti umani nelle ultime due settimane sono state arrestate almeno 50 persone per aver preso parte a proteste e rivolte contro il Gran premio di Formula 1 in programma il 21 aprile.
A causa delle proteste, il Gran premio del 2011 venne cancellato mentre quello del 2012 si è svolto regolarmente. In quella occasione, un manifestante di 36 anni, Salah Abbas Habib Ahmad Mousa, è stato ucciso dalle forze di sicurezza.
Nel giugno 2011, le autorità istituirono una Commissione indipendente d’inchiesta del Bahrein, col mandato d’indagare sulle violazioni dei diritti umani commesse nel corso della rivolta. Secondo il rapporto pubblicato dalla Commissione nel novembre 2011, il governo del Bahrein è responsabile di gravi violazioni dei diritti umani. Da allora, sono morte nelle proteste almeno altre 26 persone.
Sono stati processati o sono sotto processo 17 agenti di polizia: otto sono stati assolti, sei giudicati colpevoli e condannati. Molti altri casi sono stati chiusi in quanto gli imputati avrebbero agito per legittima autodifesa.
Tredici leader dell’opposizione, attivisti e prigionieri di coscienza hanno perso l’ultimo appello e restano in carcere per reati di terrorismo a causa del ruolo svolto durante la rivolta del 2011.
Secondo l’Organizzazione non governativa Bahrain Watch, il governo ha recentemente speso almeno 32 milioni di dollari Usa in contratti con agenzie di pubbliche relazioni per migliorare la sua immagine.
Amnesty International ha adottato 20 prigionieri di coscienza, 14 dei quali sono in carcere dal 2011 e sei dal 2012.
Almeno 70 minorenni sono detenuti in carceri per adulti per aver preso parte alle proteste.