Bahrein, il divieto di protesta dev’essere abolito

1 Novembre 2012

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Amnesty International ha chiesto l’immediata abolizione del provvedimento, annunciato il 30 ottobre dal ministro dell’Interno del Bahrein, che vieta qualsiasi manifestazione e raduno nel paese. Questa decisione viola il diritto alla libertà di espressione e di assemblea.

Il ministro dell’Interno ha motivato la decisione sostenendo che recenti manifestazioni e raduni avevano dato luogo a violenze, tumulti e attacchi alla proprietà pubblica e privata, aggiungendo che il divieto resterà in vigore fino a quando non ‘sarà ripristinata la sicurezza’. Ha poi fatto intendere che una delle sue principali preoccupazioni è il fatto che le manifestazioni sono un’espressione di opposizione al governo e alla famiglia regnante.

Agenti delle forze di polizia sono stati attaccati nel corso di recenti manifestazioni. Il 19 ottobre le autorità hanno riferito che un agente era morto e un altro era stato gravemente ferito da un’esplosione nel villaggio di Al-Eker, quando la loro pattuglia era stata attaccata dai rivoltosi. Una settimana dopo, un secondo agente è morto in ospedale dopo essere stato ferito nel corso di una precedente protesta.

‘Anche in caso di violenze sporadiche o isolate durante le manifestazioni, le autorità non possono semplicemente proclamare un divieto generale su tutte le proteste. Una misura radicale del genere annulla totalmente le libertà di associazione, espressione e riunione’ – ha affermato Hassiba Hadj Sahraoui, vicedirettrice del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International. ‘Le forze di polizia devono agire in modo da proteggere chi manifesta in modo pacifico piuttosto che usare gli atti violenti di pochi come pretesto per ridurre o impedire i diritti di tutti’.

Prima del divieto entrato in vigore il 30 ottobre, gli organizzatori delle manifestazioni e dei raduni dovevano richiedere l’autorizzazione alle autorità, secondo la procedura stabilita dal codice sulle riunioni pubbliche, le manifestazioni e i raduni. Questo codice già imponeva importanti limitazioni e violava gli obblighi internazionali del Bahrein ai sensi del Patto internazionale sui diritti civili e politici.

Almeno tre promotori senza precedenti penali dovevano richiedere il permesso e specificare il tipo di evento, il tema, il luogo e l’orario. Gli organizzatori dovevano rispondere ad alcuni requisiti compreso quello di essere residenti dell’area in cui si sarebbe svolta l’iniziativa. Se il permesso non era accordato dalle autorità, la riunione era considerata illegale.

Numerose manifestazioni sono già state vietate quest’anno, con la motivazione che il luogo e l’orario avrebbero disturbato la circolazione. Negli ultimi mesi, decine di persone sono state arrestate per aver partecipato a un ‘raduno illegale’. Amnesty International ha adottato come prigionieri di coscienza i cittadini del Bahrein arrestati solo per aver esercitato il loro diritto di assemblea pacifica.

Alcune manifestazioni sono state affrontate dalle forze di sicurezza con una forza eccessiva e non necessaria.

Ulteriori informazioni

Fino al 25 novembre è in corso ‘Io sono la voce‘, la campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi di Amnesty International Italia tramite SMS solidale al 45509 per i diritti delle donne in Medio Oriente e Nordafrica.

Il valore della donazione è di 2 euro per ciascun SMS inviato da cellulari TIM Vodafone, Wind, 3 PosteMobile, CoopVoce e Nòverca, e di 2 euro per ciascuna chiamata da rete fissa TWT e di 2 o 5 euro per ciascuna chiamata da rete fissa Telecom Italia, Infostrada e Fastwebnet.

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