Bahrein, le conclusioni della Commissione indipendente d’inchiesta

24 Novembre 2011

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Commentando le conclusioni del rapporto della Commissione indipendente d’inchiesta presieduta da Cherif Bassiouni, reso pubblico il 23 novembre, Amnesty International ha sollecitato le autorità del Bahrein ad accelerare le quanto mai necessarie riforme in materia di diritti umani.

Il rapporto della Commissione d’inchiesta, diffuso in una giornata di nuove proteste nella capitale Manama, critica l’uso eccessivo della forza nel corso delle manifestazioni di febbraio e marzo, il massiccio uso della tortura e ulteriori violazioni dei diritti umani commesse nei mesi successivi.

Istituita con un decreto reale il 29 giugno, la Commissione d’inchiesta si è occupata di centinaia di casi di violazioni dei diritti umani raccogliendo 9000 testimonianze e ascoltando circa 5000 persone. Il suo rapporto presenta forti raccomandazioni per proteggere i diritti umani e dare giustizia e riparazione alle vittime. Tra le raccomandazioni, particolarmente importanti sono l’istituzione di un organismo indipendente di monitoraggio sul rispetto dei diritti umani, la promozione di riforme legislative e l’assunzione di responsabilità da parte degli autori di violazioni dei diritti umani.

In un discorso pubblico pronunciato poco dopo la diffusione del rapporto della Commissione d’inchiesta, il re ha promesso che gli errori del passato non si ripeteranno e ha fatto sua l’esigenza di cambiare le leggi e le procedure nazionali, per portarle in linea con gli standard internazionali sui diritti umani. Ha comunicato, senza fornire molti particolari, che 20 pubblici ufficiali erano già sotto inchiesta. Ha annunciato, infine, l’intenzione di introdurre nelle leggi nazionali il reato di tortura.
Il 22 novembre, una coalizione delle organizzazioni della società civile bahreinite aveva pubblicato un proprio rapporto sulle violazioni dei diritti umani, estremamente critico nei confronti delle autorità, chiedendo tra l’altro ai partner internazionali del Bahrein di impegnarsi di più per promuovere il rispetto dei diritti umani nei paesi del Golfo.