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Amnesty International ha chiesto alle autorità del Bahrein di porre fine alle persecuzioni, alle intimidazioni e agli attacchi in corso dal 2012 contro l’ex parlamentare Osama Muhana al-Tamimi, noto per le sue critiche al governo.
Da sette anni, le autorità bahreinite sottopongono al-Tamimi a una campagna diffamatoria, facendo pubblicare alla stampa governativa una serie di false accuse nei suoi confronti e rifiutando d’indagare su una serie di attacchi all’incolumità e alle attività dell’uomo politico.
Negli ultimi due mesi, al-Tamimi è stato ripetutamente convocato per interrogatori.
“Osama Muhana al-Tamimi è uno dei pochi sunniti a criticare apertamente il governo del Bahrein. La sua persecuzione non sorprende, anzi è la conferma dell’ostinazione e della pluralità di mezzi con cui le autorità cercano di ridurre al silenzio ogni forma di pensiero indipendente“, ha dichiarato Lynn Maalouf, direttrice delle ricerche sul Medio Oriente di Amnesty International.
Al-Tamimi è entrato nel Consiglio dei rappresentanti del Bahrein nell’ottobre 2011, a seguito di un’elezione suppletiva. Nell’aprile 2012 ha preso il microfono per chiedere le dimissioni del primo ministro Khalifah bin Salman al-Khalifah.
L’11 febbraio 2014 è intervenuto per chiedere il rilascio di Nabil Rajab, prigioniero di coscienza, sciita e presidente del Centro per i diritti umani del Bahrein.
Nel novembre 2016, è stato condannato a un mese di carcere per “ingiuria” a un agente di polizia. Dopo il rilascio, è stato obbligato a versare l’equivalente di circa 58.000 euro alla stazione di polizia di al-Hoora.
La persecuzione e le intimidazioni ai danni di al-Tamimi si collocano in un contesto di crescente repressione da parte delle autorità del Bahrein, che minacciano di arresto e di processo chiunque critichi il governo, soprattutto attraverso i social media.
In un discorso fatto il 20 maggio durante il periodo del Ramadan, il re Hamad bin Isa al-Khalifa ha affermato di aver dato “istruzioni alle agenzie di sicurezza per porre fine in modo decisivo al cattivo uso dei social media“. Questo messaggio è stato subito riecheggiato dal Comitato degli affari esteri del Consiglio della Shura, di nomina reale.
Sempre il 20 maggio il ministro dell’Interno ha reso noto di “aver assunto tutte le necessarie misure di legge contro chi è coinvolto in account che ‘diffamano la reputazione del Bahrein’“.
“Tanti cittadini del Bahrein stanno pagando un prezzo elevato per aver espresso le loro opinioni. La repressione da parte delle autorità non risolverà le questioni da loro sollevate, anzi continuerà ad alimentare il risentimento e la divisione tra i cittadini e il loro stato“, ha commentato Maalouf.
“Gli alleati del Bahrein, soprattutto Usa e Regno Unito, dovrebbero prestare attenzione alle conseguenze della repressione in corso e premere sulle autorità del regno affinché cessino di perseguitare voci critiche pacifiche come al-Tamimi“, ha concluso Maalouf.