Bambini danesi e tedeschi deturpati da interventi chirurgici invasivi per “normalizzare” il loro sesso

11 Maggio 2017

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I bambini nati con caratteristiche sessuali che non si adattano alle norme femminili o maschili rischiano di essere sottoposti a una serie di procedure mediche non necessarie, invasive e traumatiche in violazione dei loro diritti umani, ha dichiarato Amnesty International.

Utilizzando casi studio documentati in Danimarca e in Germania, il rapporto “In primo luogo, non ferire” indica come gli obsoleti stereotipi di genere determinino interventi chirurgici non urgenti, invasivi e irreversibili ai danni di bambini intersessuati – il termine comunemente usato per coloro che hanno variazioni di alcune caratteristiche sessuali quali cromosomi, genitali e organi riproduttivi.

Queste cosiddette procedure di ‘normalizzazione’ vengono condotte senza la completa conoscenza degli effetti potenzialmente dannosi a lungo termine che producono sui bambini“, ha dichiarato Laura Carter, ricercatrice di Amnesty International sull’orientamento sessuale e l’identità di genere.

Stiamo parlando di incisioni che vengono fatte su tessuti sensibili, con conseguenze per tutta la vita, tutto a causa degli stereotipi su ciò a cui un ragazzo o una ragazza dovrebbe assomigliare. La domanda è a chi giova, perché la nostra ricerca mostra che si tratta di esperienze incredibilmente tristi“.

Il rapporto spiega come procedure mediche non di emergenza, tipicamente eseguite su neonati e bambini di età inferiore ai 10 anni, sono in corso in Danimarca e Germania, nonostante la mancanza di ricerche mediche a sostegno della necessità di un intervento chirurgico. Si stima che fino all’1,7% della popolazione globale abbia variazioni di caratteristiche sessuali, la stessa percentuale delle persone con i capelli rossi.

Sulla base di interviste con persone intersessuate, professionisti medici in Danimarca e Germania, nonché gruppi di sostegno e di difesa in tutta Europa, Amnesty International ha riscontrato prove che i bambini nati con variazioni delle loro caratteristiche sessuali sono stati sottoposti a procedure quali:

  • operazioni per nascondere una clitoride allargata, che causano rischi di danni al nervo, cicatrici e dolori
  • chirurgia vaginale o vaginoplastica, che può includere più interventi chirurgici nel tempo su bambini piccoli per creare o ampliare un’apertura vaginale
  • gonadectomia – la rimozione delle gonadi (compresi i tessuti ovarici o testicolari) – che è irreversibile e comporta la necessità di trattamenti ormonali a vita
  • operazioni di riparazione di ipospadia – interventi chirurgici per riposizionare l’uretra sull’apice del pene, che viene eseguita per creare un pene che sia considerato funzionale ed esteticamente normale. Questi interventi possono portare a una serie di complicazioni per tutta la vita.

Queste procedure mediche sono talvolta medicalmente necessarie per proteggere la vita o la salute di un bambino, ma ciò non sempre avviene. Molte delle persone intervistate da Amnesty International circa le loro esperienze o quelle dei loro figli hanno parlato del trauma fisico e mentale che hanno sofferto, sia all’epoca degli interventi chirurgici che in seguito.

Quando penso a quello che è accaduto, sono sconvolto, perché non si trattava di qualcosa che spettava ad altri decidere – si sarebbe potuto aspettare”, ha detto H. dalla Danimarca, che ha parlato con Amnesty International sotto anonimato. Ha scoperto per caso di essere stato operato  per ipospadia all’età di cinque anni quando ha avuto accesso alle sue vecchie cartelle cliniche. “Mi sento triste quando penso al fatto che sia considerato necessario operare questi bambini solo perché altre persone pensano che dovrebbe essere fatto“.

Diritti umani a rischio

Secondo Amnesty International, l’attuale approccio al trattamento dei bambini intersessuati in Danimarca e Germania non riesce a proteggere i diritti umani dei bambini, compresi quelli alla riservatezza e al più alto livello di salute raggiungibile.

Anche gli esperti delle Nazioni Unite hanno esplicitamente condannato tali pratiche. Hanno inoltre ripetutamente classificato interventi chirurgici inutili in bambini intersessuati come pratiche nocive e in violazione dei diritti del bambino.

“Le autorità danesi e tedesche stanno venendo meno al loro dovere di proteggere questi bambini. Con l’attuale mancanza di ricerca medica e conoscenza in questo settore, le decisioni che cambiano la vita e quelle irreversibili non dovrebbero essere prese quando il bambino è troppo piccolo per poter dire la sua su quello che gli viene fatto”, ha aggiunto Laura Carter.

Amnesty International invita i legislatori e i professionisti medici di entrambi i paesi a garantire che nessun bambino sia sottoposto a trattamenti non urgenti, invasivi e irreversibili. Le decisioni dovrebbero essere rinviate fino a quando la persona interessata non sia in grado di prendere parte in modo significativo alle scelte su ciò che viene fatto al suo corpo.

Amnesty International chiede inoltre che i medici siano formati sulla differenze fisiche e di genere, le autorità smettano di perpetuare stereotipi di genere nocivi e la Germania e la Danimarca assicurino che coloro che hanno subìto un intervento non necessario ricevano un risarcimento.

FINE DEL COMUNICATO                                                                              Roma, 11 maggio 2017

Per ulteriori informazioni:

Casi studio: gli autori del rapporto hanno intervistato 16 persone in Danimarca e in Germania con variazioni di caratteristiche sessuali e otto genitori di bambini con queste variazioni, sulle loro esperienze. In alcuni casi i nomi sono stati modificati per proteggere le identità.

https://www.amnesty.org/en/latest/campaigns/2017/05/intersex-rights/

Per interviste:

Amnesty International Italia – Ufficio Stampa

Tel. 06 4490224 – cell. 348 6974361, e-mail: press@amnesty.it