Tempo di lettura stimato: 2'
Nazimuddin Samad, 28 anni, uno studente che aveva organizzato campagne in favore della laicità sui social media, è stato assassinato nella capitale del Bangladesh, Dacca, nella tarda serata del 6 aprile.
Samad è stato aggredito da quattro uomini a colpi di machete prima di essere ucciso a colpi d’arma da fuoco.
Sebbene l’omicidio non sia stato rivendicato, Amnesty International ha notato che le modalità dell’attacco sono simili a quelle usate da gruppi radicali islamisti nei confronti di attivisti laici negli ultimi 12 mesi. Inoltre, il nome di Nazimuddin Samad era incluso in una ‘lista della morte’ di 84 blogger pubblicata da un gruppo radicale islamista nel 2013.
Nel 2015 almeno cinque persone (quattro blogger e un giornalista) sono state uccise a causa dei loro scritti e delle loro opinioni laiche. Nessuno dei responsabili è stato portato di fronte a un giudice. Queste azioni non solo non sono state condannate con fermezza dal governo del Bangladesh ma agli attivisti laici è stato persino consigliato di smetterla di ‘offendere’ i sentimenti religiosi dalla popolazione. Decine di altri blogger sono entrati in clandestinità o sono stati costretti a lasciare il paese.