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Amnesty International ha sollecitato l’apertura di un’indagine internazionale, priva di quelle interferenze politiche che potrebbero condizionare un’inchiesta interna, sull’esplosione avvenuta il 4 agosto nell’area portuale di Beirut, che ha provocato almeno 100 morti e, si stima, 4000 feriti.
Il presidente libanese Michael Aoun ha dichiarato che l’esplosione è stata causata da 2750 tonnellate di nitrato di ammonio conservate in modo non sicuro in un magazzino. Mentre prosegue la ricerca dei sopravvissuti, sono iniziati i tre giorni di lutto nazionale.
“Le orribili immagini successive all’esplosione sono state devastanti per un paese che già stava attraversando un periodo segnato da più crisi. I nostri pensieri, in questo momento tragico, vanno alle vittime e alle loro famiglie“, ha dichiarato Julie Verhaar, segretaria generale ad interim di Amnesty International.
“A prescindere da cosa possa aver provocato l’esplosione, Amnesty International chiede la rapida istituzione di un meccanismo internazionale che indaghi su come ciò sia avvenuto e che possa assicurare verità, giustizia e riparazione alle vittime“, ha aggiunto Verhaar.
“Amnesty International chiede inoltre alla comunità internazionale di aumentare urgentemente gli aiuti al Libano, già alle prese con una grave crisi economica e con la pandemia da Covid-19“, ha concluso Verhaar.