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Il 6 luglio la Corte suprema della Bielorussia ha condannato a 14 anni di carcere, da scontare in una colonia penale di massima sicurezza, Viktar Babaryka, ex direttore della banca Belgazprombank e candidato alle elezioni presidenziali del 2020.
Babaryka è stato giudicato colpevole di “aver ricevuto tangenti su una scala particolarmente bassa” e di “riciclaggio di denaro sporco”. Oltre al carcere, è stato condannato a una multa equivalente a 48.450 euro e a un risarcimento danni di oltre 15 milioni di euro.
Babaryka aveva annunciato l’intenzione di candidarsi alle elezioni dell’agosto 2020, ma a maggio la sua candidatura non era stata ammessa. Un mese dopo, il 18 giugno, era stato arrestato insieme al figlio Eduard. Quest’ultimo, che era anche a capo della campagna elettorale, è sotto indagine per “evasione fiscale”.
“La condanna di Babaryka è un atto politico da parte di un governo sempre più repressivo verso chiunque dissenta. Babaryka è stato preso di mira solo perché ha osato sfidare Lukashenka. È un prigioniero di coscienza che dev’essere rilasciato immediatamente e senza alcuna condizione”, ha dichiarato Marie Struthers, direttrice per l’Europa orientale e l’Asia centrale di Amnesty International