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Il 18 maggio Alyaksandr Lukashenka ha approvato una nuova legge che introduce la pena di morte per il “tentativo di compiere azioni di terrorismo”.
La legge, che entrerà in vigore alla fine del mese, era stata approvata dal parlamento bielorusso a seguito di una serie di atti di sabotaggio lungo le linee ferroviarie del paese, una tattica utilizzata da chi si oppone all’invasione russa dell’Ucraina per impedire alle forze russe presenti in Bielorussia di attraversare il confine.
Secondo il Centro per i diritti umani “Viasna”, decine di attivisti politici sono stati già incriminati per “tentato terrorismo”. Tra loro, c’è anche Sviatlana Tsikhanouskaya, la leader dell’opposizione in esilio.
Prima della modifica della normativa, la pena di morte era prevista per omicidio aggravato e per atti di terrorismo con perdite di vite umane.
La Bielorussia è l’unico stato europeo che continua a usare la pena di morte. Oltretutto, la nuova legge si pone in contrasto col diritto internazionale, che limita l’applicazione della pena capitale all’omicidio volontario.