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“Il Brasile non è l’unico paese in cui sono in corso i terribili incendi dell’Amazzonia“. Con una nota ufficiale abbiamo annunciato la diffusione di una nostra lettera aperta in cui chiediamo al presidente della Bolivia Evo Morales di sospendere il decreto che autorizza “incendi controllati” per ampliare la frontiera agricola, fino a quando non sarà accertato che il decreto non abbia contribuito agli incendi che stanno creando una crisi ambientale e dei diritti umani nella regione di Chiquitanía, nei pressi del confine col Brasile.
Il decreto supremo 3973 del 10 luglio 2019 autorizza “incendi controllati” per attività agricole nelle province di Santa Cruz e Beni, nelle cui foreste da agosto si sono sviluppati gli incendi.
Il 30 agosto, dopo aver annunciato l’arresto di persone sospettate di aver appiccato gli incendi, il presidente Morales ha dichiarato che lo scopo di queste ultime era “politico”. Il ministero della Presidenza ha a sua volta fatto sapere che “il fuoco è quasi un figlio naturale dell’agricoltura“, favorito dalle alte temperature e dai forti venti associati al “riscaldamento globale”.
“Anche la Bolivia sta subendo questa minaccia all’ecosistema, alla biodiversità e alle comunità della foresta chiquitana. Invece di fare dichiarazioni contraddittorie e infondate, le autorità boliviane dovrebbero indagare in modo scientifico e indipendente sulle origini di questa grave crisi“, ha dichiarato María José Veramendi Villa, ricercatrice di Amnesty International sul Sudamerica.
Nella lettera aperta al presidente Morales ricordiamo che è necessario indagare sulle cause degli incendi identificando e sanzionando i responsabili. Inoltre, è urgente fornire assistenza alle persone e alle comunità colpite dagli incendi, consultandole e rispettando i loro diritti umani.
A quelle persone e comunità esprimiamo piena solidarietà: la protezione della biodiversità e quella dell’ambiente sono necessarie per il pieno esercizio dei diritti umani, quali il diritto alla vita, al cibo, all’acqua, alla salute e alla cultura.