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Martedì 14 marzo saranno trascorsi cinque anni (equivalenti a 60 mesi o 1825 giorni) dall’assassinio, a Rio de Janeiro, della difensora dei diritti umani Marielle Franco e del suo autista Anderson Gomes.
“Sono stati cinque anni di ingiustizia e di domande senza risposta. Amnesty International si unisce al mondo intero per ricordare Marielle e Anderson e chiedere giustizia e compensazione”, ha dichiarato Jurema Werneck, direttrice di Amnesty International Brasile.
“In questi cinque anni sei differenti capi della polizia, undici inquirenti, quattro segretari di polizia, tre governatori, un difensore civico, due procuratori generali e tre presidenti della repubblica hanno avuto a che fare con le indagini. Tuttavia, due domande restano ancora senza risposta: chi ha ordinato l’omicidio di Marielle e Anderson? E perché? È inaccettabile che dopo tutto questo tempo nessun’autorità che si è occupata di questo caso sia stata in grado di risolverlo”, ha commentato Werneck.
“Per questo, chiediamo al presidente Lula di istituire, attraverso la cooperazione internazionale, un meccanismo internazionale di esperti indipendenti che assista l’ufficio della procura, la polizia e le altre istituzioni statali che stanno indagando. Non vogliamo scendere nuovamente in strada, il 14 marzo 2024, ponendo ancora quelle domande. Le famiglie di Marielle e Anderson e coloro che le rappresentano devono avere il diritto a un’indagine trasparente e all’accesso agli atti giudiziari”, ha sottolineato Werneck.
“La perdurante assenza di trasparenza è inaccettabile. Abbiamo chiesto per cinque anni di incontrare le autorità e ci è stato risposto che si stavano dando da fare per risolvere quel crimine, ma finora non è successo nulla. È altrettanto inaccettabile che dopo cinque anni non ci sia stata alcuna condanna per un crimine che ha scioccato il mondo intero”, ha concluso Werneck.