Brasile, tre mesi dopo l’uccisione di Marielle Franco Amnesty International accusa la procura di non cercare la giustizia

13 Giugno 2018

Foto di Mídia NINJA

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Se c’è una speranza di portare di fronte alla giustizia i responsabili dell’assassinio di Marielle Franco e il suo autista Anderson Gomes, la procura del Brasile deve dare l’incarico a investigatori specializzati. Lo ha dichiarato Amnesty International, a tre mesi dall’uccisione della nota difensora dei diritti umani.

“Sono passati tre mesi da quando Marielle non è più con noi e non ci stiamo avvicinando in alcun modo a sapere chi l’ha uccisa e perché. Quest’assenza di giustizia è insopportabile per i suoi cari, per chi lavorava accanto a lei e per gli altri difensori dei diritti umani che si guardano dietro le spalle per la paura”, ha dichiarato Jurema Werneck, direttrice generale di Amnesty International Brasile.

“Le autorità brasiliane devono velocizzare gli sforzi per risolvere questo feroce crimine. Il primo passo dovrebbe farlo l’ufficio della procura, assicurando maggiore supervisione sulle indagini della polizia e coinvolgendo le task-force sulla sicurezza pubblica e contro il crimine organizzato”, ha aggiunto Werneck.

Dato l’alto profilo della vicenda, le autorità hanno reso noti ben pochi dettagli sull’uccisione di Marielle e Anderson, avvenuta il 14 marzo nel quartiere di Estácio, a Rio de Janeiro.

Tuttavia, secondo fonti giornalistiche le telecamere a circuito chiuso collocate nei pressi della scena del crimine erano state spente poco prima e chi ha premuto il grilletto era stato addestrato all’uso dell’arma del delitto, una mitragliatrice forse rubata da un arsenale della polizia civile. I proiettili sarebbero stati sottratti a una fornitura ordinata dalla polizia federale.

“Le autorità hanno dichiarato che stanno indagando su queste notizie, il minimo che potrebbero fare. Ma non basta: devono garantire che l’intera vicenda sia sottoposta a un’indagine approfondita, imparziale e basata sui più elevati standard internazionali”, ha proseguito Werneck.

“Marielle ha dedicato la sua vita a lottare per i diritti dei gruppi più emarginati, dai giovani neri delle favelas alle donne e alle persone Lgbti. Denunciando pubblicamente le violazioni di questi diritti, anche ad opera della polizia, aveva avuto un ruolo fondamentale nel garantire lo stato di diritto. Il fatto che sia stata ridotta al silenzio è una grave minaccia nei confronti di tutti coloro che prendono la parola contro l’ingiustizia. Questo crimine non può rimanere irrisolto”, ha sottolineato Werneck.

Amnesty International ha rinnovato il suo appello alle autorità brasiliane affinché scoprano non solo chi ha eseguito questo crimine ma anche chi ha ordinato i due omicidi.

Ulteriori informazioni

Eletta al consiglio comunale di Rio de Janeiro nel 2016, quinta per numero di voti ricevuti, Marielle era conosciuta per il suo impegno in favore dei diritti umani. Pochi giorni prima di essere assassinata, era stata nominata relatrice della commissione istituita dal consiglio comunale per monitorare l’intervento federale nelle questioni cittadine di pubblica sicurezza.

Marielle e il suo autista, Anderson Gomes, sono stati uccisi la sera del 14 marzo, di ritorno da un dibattito pubblico. Sono stati esplosi almeno 13 colpi, quattro dei quali hanno colpito Marielle alla testa in quella che è apparsa un’azione attentamente pianificata.

FINE DEL COMUNICATO

Roma, 13 giugno 2018

L’appello da firmare per chiedere giustizia per Marielle Franco è online all’indirizzo:

https://www.amnesty.it/appelli/giustizia-per-marielle/

Brazil: International solidarity is crucial to solving activist Marielle Franco’s killing

(news, 12 maggio 2018)

https://www.amnesty.org/en/latest/news/2018/05/brazil-international-solidarity-is-crucial-to-solving-activist-marielle-francos-killing/

Per interviste:

Amnesty International Italia – Ufficio Stampa

Tel. 06 4490224 – cell. 348 6974361, e-mail: press@amnesty.it