Brasile, missione di ricerca 2013
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Con gli ulteriori 26 omicidi avvenuti nella prigione di Alcacuz, nello stato di Rio Grande do Norte, sono oltre 120 i detenuti morti nelle carceri brasiliane dall’inizio del 2017, a testimonianza dello stato caotico e di profonda crisi in cui versa il sistema penitenziario del paese.
Oltre a quelle dello stato di Rio Grande do Norte, le uccisioni di detenuti sono avvenute negli stati di Roraima e di Amazonas e rischiano di essere replicate in altre parti del Brasile.
La maggior parte delle vittime nella prigione di Alcacuz è stata impiccata, altre sono state squartate o arse vive.
Le prigioni dello stato di Rio Grande do Norte potrebbero accogliere un massimo di 3500 detenuti ma le presenze sono oltre 8000. Nel marzo 2015 il governo locale aveva dichiarato lo “stato di calamità” nelle prigioni a causa dell’alto numero di rivolte.
Il sovraffollamento e le infime condizioni delle prigioni brasiliane sono stati più volte denunciati a livello nazionale e anche, nel 2016, dal relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura.
Il governo federale pare tuttavia sottovalutare profondamente la dimensione di questa crisi, non facendo abbastanza per impedire ulteriori vittime.
Amnesty International ha chiesto alle autorità brasiliane di assicurare indagini rapide, approfondite e indipendenti da parte di magistrati civili sulle uccisioni nelle carceri.