Burundi, le vittime dei massacri ancora senza giustizia

28 Dicembre 2010

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Amnesty International ha sollecitato ancora una volta il governo del Burundi a istituire il Tribunale speciale e la Commissione per la verità e la riconciliazione affinché i responsabili dei massacri commessi prima e durante la guerra civile iniziata nel 1993, che hanno causato migliaia di vittime, siano chiamati a rispondere del loro operato.

Massacri su larga scala di civili si verificano in Burundi da decenni. I più tragici hanno avuto luogo nel 1992, nel 1988 e nel 1993.

È dal 2006 che il governo del Burundi e le Nazioni Unite negoziano sulle modalità d’istituire i due organismi, previsti dall’Accordo di pace siglato nel 2000 ad Arusha tra il governo e i principali gruppi armati di opposizione.

Ma nonostante l’accordo di Arusha, la prima parte dello scorso decennio è stata contrassegnata da gravissimi episodi di violenza. Il 28 dicembre 2000, 21 passeggeri di un autobus di linea che collegava le capitali di Ruanda e Burundi, vennero trucidati in una zona controllata dal Palipehutu-Forze di liberazione nazionale. Le responsabilità di questo episodio non sono state ancora accertate. Nel 2002, l’esercito del Burundi massacrò 200 civili a Itaba. Nel 2004 oltre 160 rifugiati congolesi vennero assassinati dal Palipehutu-Forze di liberazione nazionale.

Il governo del Burundi deve istituire il Tribunale speciale e la Commissione per la verità e la riconciliazione affinché i responsabili dei massacri commessi prima e durante la guerra civile iniziata nel 1993 siano chiamati a rispondere del loro operato.