Cambogia: pretendere dignità per le vittime delle dispute sulle terre e di sgomberi

9 Settembre 2009

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Amnesty International ha lanciato il 10 settembre in Cambogia la nuova campagna globale ‘Io pretendo dignità‘, insieme a ‘Perdere terreno’, un libro realizzato dalle e sulle comunità colpite da sgomberi forzati e dispute sulla terra.
 
La campagna intende mettere in evidenza il fatto che la povertà è la peggiore crisi dei diritti umani e che le violazioni dei diritti umani la creano e ne acuiscono gli effetti. Le persone che vivono in povertà sono escluse dalla società, non hanno voce in capitolo nei processi che determinano il loro futuro e sono esposte a violenza e insicurezza.
 
Il rispetto per i diritti umani non può prescindere dall’inclusione e dal riconoscimento a ogni persona del diritto a vivere in dignità, del diritto al cibo, all’acqua, all’assistenza di base, all’educazione e all’alloggio. 
 
La campagna ‘Io pretendo dignità’ vuole porre l’attenzione sulle comunità che vivono nei cosiddetti insediamenti abitativi precari e sulle molteplici violazioni dei diritti umani che subiscono. Questi insediamenti, circa 200.000 nel mondo, sono la casa di oltre un miliardo di persone. 
 
In Angola, gli sgomberi forzati hanno privato migliaia di famiglie delle loro case. Gli abitanti degli insediamenti abitativi precari del Kenya sono esclusi dai processi di pianificazione che li riguardano e hanno un accesso limitato ai servizi di base. Le persone che vivono nelle ‘favelas’ del Brasile, in particolare le donne, devono far fronte a violenza e insicurezza. In Italia, ai rom, un gruppo etnico minoritario, è negato l’accesso al servizio sanitario nazionale e ad altri servizi sociali.
 
Negli ultimi due anni, in Cambogia, Amnesty International ha focalizzato la sua attenzione sugli sgomberi forzati, una delle più gravi violazioni dei diritti umani nel paese. Il numero sempre più elevato di dispute sulla terra, le confische dei terreni, i progetti industriali e urbani hanno una ricaduta quasi esclusiva sulle persone che vivono in povertà.

Le comunità colpite, compresi i difensori del diritto all’alloggio, subiscono vessazioni da parte delle autorità o di persone al servizio delle aziende private. I ricchi e i potenti abusano sempre più spesso del sistema di giustizia penale per mettere a tacere le comunità che si oppongono alle concessioni sulle terre o ad altri accordi commerciali poco trasparenti relativi alla terra dove vivono o che coltivavano.

Molte persone povere ed emarginate temono le istituzioni che sono state create per proteggerle, in particolare la polizia e il sistema giudiziario. Tuttavia, mentre gli spazi pubblici per discutere degli sgomberi forzati si restringono, la società civile si sta attivando, iniziando a sollevare problematiche di comune interesse.

 In Cambogia, come altrove, le persone che vivono in povertà necessitano di prendere parte ai processi che determinano il loro futuro. La campagna ‘Io pretendo dignità’ intende amplificare la loro voce e mobilitare gli attivisti per i diritti umani che lottano contro l’ingiustizia e l’esclusione. In Spagna, più di 17.000 persone hanno firmato l’appello di Amnesty International indirizzato alle autorità cambogiane contro gli sgomberi forzati.  In Australia, soci di Amnesty International hanno chiesto al governo di usare la sua influenza come donatore e partner nei progetti di sviluppo per porre fine allo sgombero forzato di una comunità. Il 30 maggio di quest’anno, giovani attivisti di quattro città delle Filippine hanno chiesto alle autorità cambogiane di fermare gli sgomberi forzati, mentre quelli della Sezione Canadese di Amnesty International hanno disegnato centinaia di case piene di colore con messaggi di solidarietà per la comunità Spean Ches, sgomberata a forza nell’aprile 2007.

Amnesty International sta lavorando con una rete di comunità cambogiane, che sono a rischio di sgombero forzato o che l’hanno già subito. Le loro storie, alcune delle quali pubblicate nel volume ‘Perdere terreno’, mostrano come le persone che vivono in povertà siano sistematicamente escluse dalle decisioni che le riguardano. Ma il libro illustra anche come le comunità colpite si stiano unendo e stiano facendo sentire la loro voce con maggiore vigore.

Con il lancio della campagna ‘Io pretendo dignità’ in Cambogia, Amnesty International chiede ancora una volta di porre fine agli sgomberi forzati e invita a unirsi a questa richiesta. L’organizzazione per i diritti umani esorta il governo cambogiano a introdurre una moratoria sugli sgomberi di massa fino all’introduzione di un quadro giuridico e legislativo per proteggere la popolazione dagli sgomberi forzati, nonché a garantire la sicurezza a coloro che si battono per il diritto all’alloggio, comprese le coraggiose persone le cui vicende sono descritte in ‘Perdere terreno’, affinché possano lavorare in difesa dei diritti umani liberamente, senza subire intimidazioni, vessazioni o violenze.

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