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Con un’ordinanza di grande rilievo verso l’obiettivo di porre fine alla discriminazione nei confronti dei rom, la sezione civile del Tribunale di Roma ha stabilito che il Comune di Roma ha agito in modo illegale trasferendo forzatamente un gruppo di famiglie rom nel campo etnicamente segregato della Barbuta, alla periferia della capitale.
La decisione, resa nota oggi a Roma nel corso di una conferenza stampa dalle associazioni che ricorsero contro il campo della Barbuta, riconosce che far vivere i rom nel campo monoetnico della Barbuta costituisce trattamento discriminatorio. Secondo Amnesty International, l’ordinanza dovrebbe rappresentare il primo passo per porre fine alla segregazione abitativa subita dai rom in tutta Italia.
‘Aver obbligato i rom a vivere in un campo segregato situato in una zona remota e inaccessibile non solo li ha spinti ai margini della società ma ora si è anche rivelato illegale‘ – ha dichiarato Elisa De Pieri, ricercatrice sull’Italia presso il Segretariato Internazionale di Amnesty International.
‘C’è voluta l’ordinanza di un tribunale per scuotere le istituzioni italiane, fin troppo compiacenti verso sé stesse per il modo in cui trattano i rom. Ma questo dev’essere solo l’inizio di un processo che smantelli un sistema basato sulla discriminazione, secondo il quale se un rom ha necessità di un alloggio basta trasferirlo in un campo. L’Italia deve garantire che i rom bisognosi di assistenza abitativa non siano messi di fronte all’unica opzione di un campo etnicamente segregato‘ – ha aggiunto De Pieri.
Il campo della Barbuta, una serie di prefabbricati in un’area recintata, era stato costruito nei pressi dell’aeroporto di Ciampino ricorrendo ai poteri garantiti dalla ‘Emergenza nomadi’ dichiarata dal governo italiano nel 2008. Nonostante nel 2011 una sentenza avesse dichiarato lo stato d’emergenza illegittimo, annullando tutte le misure e le decisioni che ne erano derivate, il Comune di Roma aveva completato il campo e aveva proceduto ad assegnare le unità abitative esclusivamente a famiglie rom, comprese molte famiglie sgomberate dal campo di Tor de’ Cenci.
Amnesty International chiede ora al Comune di Roma e al governo italiano (anch’esso parte della causa) di agire rapidamente per dare piena attuazione all’ordinanza del tribunale civile di Roma e porre immediatamente fine al trattamento discriminatorio nei confronti delle famiglie attualmente residenti alla Barbuta e in altri campi.
Come minimo, nessun nuovo campo dovrebbe essere progettato e costruito mentre dovrebbe essere avviato un meccanismo di autentica consultazione con tutte le famiglie rom che si trovano attualmente nei campi segregati e nei centri di Roma, per identificare una serie di soluzioni abitative alternative sostenibili, non discriminatorie e adeguate, nel rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia.
‘L’ordinanza del tribunale civile di Roma sottolinea il requisito giuridico che tutte le persone devono aver accesso a un alloggio adeguato a prescindere dalla loro etnia. Tutti i rom e le famiglie rom che necessitano di un alloggio adeguato dovrebbero essere messi nelle condizioni di poterlo ricevere, anche attraverso il sistema dell’assegnazione delle case popolari‘ – ha affermato De Pieri.
‘Per troppo tempo le autorità locali hanno discriminato le famiglie rom in modo palese e le istituzioni nazionali non hanno alzato un dito per fermarle. Ora le une e le altre devono agire insieme per garantire il superamento dei campi, coinvolgendo le comunità rom e proponendo loro alternative adeguate‘ – ha sottolineato De Pieri.
‘L’ordinanza del tribunale civile di Roma costituisce dunque un importante passo avanti ma è solo il primo. L’Italia finora non ha contrastato le azioni discriminatorie delle autorità locali e questo atteggiamento, che emerge chiaramente dall’ordinanza, deve cessare. Sollecitiamo la Commissione europea a considerare questa ordinanza come un’importante opportunità per avviare una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per il trattamento discriminatorio subito dai rom nell’accesso a un alloggio adeguato, in violazione delle norme anti-discriminazione dell’Unione europea‘ – ha concluso De Pieri.
Ulteriori informazioni
Amnesty International ha preso parte alla campagna, insieme a organizzazioni non governative italiane e internazionali, per fermare la costruzione del campo della Barbuta e il trasferimento delle famiglie rom. L’organizzazione per i diritti umani è intervenuta con un amicus curiae a sostegno dell’azione giudiziaria promossa nel 2012 dall’Associazione studi giuridici sull’immigrazione e dall’Associazione 21 luglio contro il Comune di Roma.