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Carmen Consoli, Francesca Inaudi, Stefania Sandrelli e Cesara Buonamici per la campagna ‘Io sono la voce‘, per le donne del Medioriente e Nordafrica.
Leggi le loro dichiarazioni
”Le donne portano sulle loro spalle la metà del cielo e devono conquistarsela’, aveva detto Mao Tse-tung, il Grande Timoniere, il Padre della Patria cinese. Ma in realtà le donne non portano su di sé quel pezzo di cielo. Esse sono il cielo stesso, sono il firmamento umano, insieme all’uomo. La differenza di genere non ha niente a che vedere con l’uguaglianza sul piano umano e sociale. Ogni azione discriminatoria è solo frutto del terrore del sottosviluppo maschile, incapace di affrontare l’energia, l’intelligenza e le passioni femminili. Le restrizioni, i regimi sociali coercitivi camuffati da tradizione o giustificati con avalli religiosi altro non sono che figli della paura ad affrontare la femminilità nella sua interezza, nella sua bellezza e nella sua libertà.’
Cesara Buonamici
‘Oggi, 5 novembre 2012, in gran parte del Medio Oriente continuano ad essere pratiche molto diffuse quelle della mutilazione genitale femminile, delle bambine date in sposa ad anziani, donne che vivono segregate in casa in stato di semi-schiavitù, donne cui è negato il diritto allo studio e il diritto al voto.
Oggi, 5 novembre 2012, è il momento di decidere a quale idea di umanità vogliamo aderire. E comportarci di conseguenza.
Oggi, 5 novembre 2012, è il momento di sostenere la campagna di Amnesty International a favore delle donne in Medio Oriente.
Oggi, 5 novembre 2012, vorrei iniziasse la nostra primavera.’
Carmen Consoli
‘Perché la parola ‘globalizzazione’ possa assumere un significato più profondo e più vero. Per sostenere la lotta di donne torturate, imprigionate, aggredite in Medio Oriente e Nordafrica solo perché donne.
Per smettere di sentirci distanti da ciò che apparentemente non ci appartiene. Per colmare quella distanza semplicemente, con un gesto piccolo ma di vitale importanza per molti.
Io l’ho già fatto. Un sms al 45509. Sostieni Amnesty!’
Francesca Inaudi
Grazie per aver accettato di rilasciarci questa intervista! Cosa hai pensato quando, durante le rivolte del Medio Oriente e dell’Africa del Nord, hai visto tante donne scendere in piazza?
Mi ha gratificato, poiché ho sempre pensato che dobbiamo essere pronti affinché qualcosa possa veramente cambiare, poiché (non per pessimismo) ritengo che i percorsi siano già tracciati.
Qual è la tua sensazione nel vedere che non solo molte delle rivendicazioni delle protagoniste delle rivolte sono in pericolo, ma rischiano addirittura loro stesse?
Io stimo le persone che non hanno paura e credo che le Donne siano quelle che possano averne di più. Dovrebbe essere motivo di preoccupazione tale da rifiutare l’adesione e invece: eccomi qui.
Sei già stata testimonial di Amnesty International in una campagna del 1994, in uno spot b/n insieme a Margherita Buy, Carlo Delle Piane e Kim Rossi Stuart. Cosa pensi del lavoro di Amnesty International?
Che sia ben voluto e ben rappresentato.
In Siria una blogger entra ed esce dal carcere per quello che scrive sul suo post. In Egitto, le donne che manifestano in piazza sono continuamente molestate. In Iran, un’avvocata sta scontando una dura condanna per aver fatto parte di un’associazione per i diritti umani. In Arabia Saudita le donne rivendicano un diritto elementare, quello di poter prendere l’automobile, metterla in moto e guidarla da sole. Come possiamo far finire tutto questo?
Con un lavoro appassionato, capillare e con la consapevolezza che il traguardo non è vicino.
C’è un messaggio che vuoi mandare alle donne dei paesi del Medio Oriente e dell’Africa del Nord?
Non siete più sole, non abbiate paura.
Qual è, invece, il tuo messaggio ai soci di Amnesty International?
Teniamoci per mano, e che possa essere un girotondo tenace, affettuoso, pieno di speranza!
Stefania Sandrelli