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Murad Amriev, un cittadino ceceno sopravvissuto alla tortura, è stato arrestato dalle autorità della Bielorussia – paese dove aveva cercato di entrare alcuni giorni prima per chiedere asilo – e riconsegnato alla Russia la mattina del 9 giugno. Attualmente è agli arresti in località sconosciuta. Se venisse rimandato in Cecenia, la sua vita sarebbe in pericolo.
Murad Amriev, campione amatoriale di arti marziali, aveva lasciato la Cecenia nel 2013 dopo aver denunciato di aver subito torture da parte di agenti di polizia nella capitale Grozny. Dopo aver vissuto in Ucraina per quasi quattro anni, all’inizio di giugno del 2017 era rientrato in Russia per fare richiesta di un visto Schengen. Arrestato nella città di Bryansk per una presunta data sbagliata di nascita riportata sul passaporto, era stato rilasciato il 6 giugno.
Uscito dal palazzo della procura locale, Amriev si era accorto che l’edificio era stato circondato da agenti della polizia cecena pronti ad arrestarlo. Bryansk si trova a circa 1800 chilometri dalla Cecenia. Era riuscito a salire di corsa a bordo dell’automobile di un parente, che si era diretta a tutta velocità verso il confine con la Bielorussia.
Varcata la frontiera nella notte tra il 7 e l’8 giugno, Amriev è stato arrestato dalla polizia bielorussa di Dobrush e tenuto ammanettato per ore a un termosifone. Durante il fermo, ha chiesto invano di accedere alla procedura d’asilo e di parlare con un avvocato. Poi, la mattina del 9, la consegna alle autorità russe.
Amnesty International ha sollecitato le autorità russe a non consegnare Amriev alla polizia cecena e a rilasciarlo. Ne va della sua vita.