Centinaia di Rom sgomberati

22 Marzo 2017

Amnesty International/Claudio Menna

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Centinaia di Rom che vivevano nell’insediamento informale di Gianturco sono stati forzatamente sgomberati lo scorso 7 aprile. Decine di famiglie avevano già lasciato l’insediamento dopo che la polizia aveva intensificato i controlli e le intimidazioni all’interno del campo, e per paura di rimanere senza casa. Le circa 200 persone rimaste sono state spostate il 7 aprile in contesti abitativi inadeguati o lasciati senza un tetto, vulnerabili a qualsiasi altra violazione dei diritti umani.

Centinaia di rom che vivevano nell’insediamento informale di Gianturco a Napoli sono stati sgomberati forzatamente lo scorso 7 aprile. Due settimane prima, le autorità avevano avvisato le famiglie che lo sgombero sarebbe avvenuto l’11 aprile, ma il 6 aprile le hanno informate che sarebbe in realtà avvenuto il giorno successivo. Lo staff di Amnesty International è stato lasciato entrare nell’area dello sgombero per monitorare le operazioni, mentre i giornalisti sono stati lasciati fuori.

Della comunità di circa 1.300 rom, tutti di origine rumena, che abitava a Gianturco solo 200 persone, inclusi centinaia di bambini, anziani, malati e disabili era presente il giorno dello sgombero. Decine di famiglie se ne erano già andate nelle settimane precedenti in quanto la polizia aveva loro comunicato che non ci sarebbero state alternative abitative per tutti. I controlli delle autorità sono aumentati gradualmente fino a configurarsi come intimidazioni. Lo sgombero è stato portato a termine in 4 ore. Tutte le case sono state demolite e l’area sequestrata.

Circa 130 persone sono state trasferite nel nuovo campo segregato di Via del Riposo, costruito nella stessa area dove era stato messo a fuoco un altro insediamento rom nel 2013. I muri sono già stati ricoperti di scritte contro i rom. Amnesty International è stata testimone diretta di macchine appositamente passate dal campo per urlare insulti contro la comunità. Le autorità locali hanno informato i ricercatori che un servizio di vigilanza sarà attivo fuori dal campo in quanto si temono episodi di violenza contro i rom.

Ad alcune famiglie è stata offerta la possibilità di spostarsi al centro di accoglienza Deledda dove molti rom hanno riportato condizioni inadeguate, senza nessuna privacy, docce comuni e nessuna cucina. Amnesty sta ancora attendendo di accedere al campo e al centro di accoglienza come formalmente richiesto già il 7 aprile. A molte famiglie non è stata offerta nessuna alternativa e sono rimaste senza un tetto a seguito dello sgombero. Almeno due famiglie, compresa una con un bambino di un anno, hanno passato le ultime due notti in macchina. Una donna incinta di sette mesi e un ragazzo di 20 anni gravemente malato stanno dormendo in stazione. Di decine di famiglie si sono perse le tracce. L’11 aprile in un meeting organizzato dalle famiglie rom e da alcuni attivisti le autorità hanno ammesso di non avere alternative per le famiglie rimaste senza casa.

Manda un’email per chiedere alle autorità di:

  • Assicurare che a tutte le persone rimaste senza casa a seguito dello sgombero del 7 aprile sia offerta una soluzione alternativa tramite una consultazione reale;
  • Indire urgentemente una consultazione con le famiglie rom nel campo segregato in Via del Riposo per sviluppare piani abitativi in linea con gli standard internazionali e regionali e con la Strategia nazionale per l’inclusione di rom, sinti e camminanti;
  • Assicurare che non vengano perpetrati altri sgomberi forzati a Napoli.

Circa 1.000 rom rischiano di rimanere senza casa

Il testo dell’email action

Sindaco di Napoli Luigi de Magistris – Comune di Napoli, Palazzo San Giacomo, Piazza Municipio 80133 Napoli Fax: +39 08 17955002 Email: urp@comune.napoli.it

Ministro dell’Interno Marco Minniti – Ministero dell’Interno, Piazza del Viminale 1 00184 Roma Fax: +39 06 46549832 Email: segreteriatecnica.ministro@interno.it

 

Egregio Sindaco De Magistris

[Egregio Ministro]

La casa è un diritto umano per tutte le persone, senza discriminazioni! Nessuno dovrebbe vivere nella paura di vedere la propria abitazione distrutta, essere sgomberato con la forza o collocato in campi etnicamente segregati.

Sono allarmato per la situazione di 1.300 rom, tra cui centinaia di bambini, anziani, malati e disabili, che vivevano nell’insediamento informale di Gianturco a Napoli, e che sono stati sgomberati forzatamente lo scorso 7 aprile.

Sono preoccupato per le decine per le decine di famiglie di cui non si hanno più tracce e per quelle rimaste senza casa. Almeno due famiglie, compresa una con un bambino di un anno, hanno passato le ultime notti in macchina. Una donna incinta di sette mesi e un ragazzo di 20 anni gravemente malato stanno dormendo in stazione.

Circa 130 persone sono state trasferite nel nuovo campo segregato di Via del Riposo, costruito nella stessa area dove era stato messo a fuoco un altro insediamento rom nel 2013. I muri sono già stati ricoperti di scritte contro i rom. Amnesty International è stata testimone diretta di macchine appositamente passate dal campo per urlare insulti contro la comunità. Le autorità locali hanno informato i ricercatori che un servizio di vigilanza sarà attivo fuori dal campo in quanto si temono episodi di violenza contro i rom.

Ad alcune famiglie è stata offerta la possibilità di spostarsi al centro di accoglienza “Grazia Deledda” dove molti rom hanno riportato condizioni inadeguate, senza nessuna privacy, docce comuni e nessuna cucina. Amnesty sta ancora attendendo di accedere al campo e al centro di accoglienza come formalmente richiesto già il 7 aprile.

Gli sgomberi forzati e il piano di lungo termine per il trasferimento delle famiglie ad un campo di segregazione etnica si contrappongono agli impegni assunti dall’Italia nella sua Strategia nazionale per l’inclusione delle comunità rom, sinti e camminanti, adottata nel 2012, che impegna le autorità a porre fine alla segregazione dei rom nei campi; mettendo l’Italia in una posizione di violazione degli standard internazionali sui diritti umani e regionali, tra cui la Direttiva europea sull’uguaglianza razziale. Il ciclo di ingiustizia e di emarginazione con il quale i rom si confrontano in Italia deve fermarsi ora. Vi esorto a prendere con urgenza le misure necessarie per garantire che a tutte le persone, compresi i rom sul territorio napoletano, sia permesso di vivere con dignità: Vi esorto con urgenza a: 

  • Assicurare che a tutte le persone rimaste senza casa a seguito dello sgombero del 7 aprile sia offerta una soluzione alternativa tramite una consultazione reale;
  • Indire urgentemente una consultazione con le famiglie rom nel campo segregato in Via del Riposo per sviluppare piani abitativi in linea con gli standard internazionali e regionali e con la Strategia nazionale per l’inclusione di rom, sinti e camminanti;
  • Assicurare che non vengano perpetrati altri sgomberi forzati a Napoli. 

Cordiali saluti,