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Lighthouse Reports, un’organizzazione non governativa di giornalismo collaborativo, ha denunciato l’esistenza di centri non ufficiali di detenzione lungo i confini di Bulgaria, Ungheria e Croazia.
“Le rivelazioni di Lighthouse Reports su questi centri di detenzione non ufficiali conferma una preoccupante tendenza osservata in passato da Amnesty International lungo vari confini dell’Unione europea. Con l’obiettivo di tenerle fuori dalle frontiere esterne dell’Unione europea, le autorità di questi stati trattengono persone in tende, container, furgoni di polizia spesso in foreste isolate o in altre zone inaccessibili. Queste tattiche intenzionali consentono alle autorità di eseguire rapidamente respingimenti illegali, ignorare le richieste di asilo e commettere ulteriori violazioni dei diritti umani”, ha commentato Jelena Sesar, ricercatrice di Amnesty International sui Balcani occidentali.
“Amnesty International ha documentato numerosi casi di persone costrette a stare anche per diversi giorni in centri di detenzione non ufficiali all’interno delle frontiere degli stati dell’Unione europee come Grecia, Croazia, Polonia e Lettonia. Le autorità di tali stati ricorrono a questi centri, fuori dal sistema ufficiale di detenzione o accoglienza, per evitare qualsiasi controllo. L’annuncio dell’adesione della Croazia all’area Schenghen dimostra che l’Unione europea non solo condona queste prassi illegali ma persino le premia ed è intenzionata a sacrificare i diritti umani pur d’impedire alle persone di entrare nell’Unione europea”, ha aggiunto Sesar.
“I governi rifiutano di ammettere l’esistenza di questi centri o, cinicamente, li definiscono strutture ‘temporanee’ o ‘informali’ se non addirittura ‘centri umanitari’, solo per evitare di assumersi ogni responsabilità. Sulla base del diritto internazionale e delle leggi dell’Unione europea, i governi sono obbligati ad assicurare i diritti umani fondamentali alle persone private della loro libertà, consentendo tra l’altro di comunicare con familiari e amici e di avere accesso alla difesa legale e alle cure mediche. I governi che gestiscono quei centri non ufficiali di detenzione stanno chiaramente violando il diritto internazionale”, ha sottolineato Sesar.
“La detenzione di migranti e rifugiati dovrebbe essere la misura estrema e solo quando assolutamente necessaria. Le persone che cercano asilo dovrebbero essere protette dai respingimenti, poter entrare in un territorio e ivi avere l’opportunità di presentare domanda d’asilo”, ha concluso Sesar.
Amnesty International ha documentato numerosi casi di migranti fermati dalla polizia della Croazia e poi riportati indietro per oltre 200 chilometri, spesso a bordo di furgoni di polizia sovraffollati e poco ventilati, in condizioni di estrema miseria e ammanettati.
Nel 2021 il Comitato per la prevenzione della tortura ha dichiarato che il modo e le condizioni in cui i migranti e i rifugiati vengono trasferiti e detenuti all’interno di furgoni di polizia per lunghi periodi di tempo possono, in alcuni casi, costituire una forma di maltrattamento.