Charimento sul lavoro di Amnesty International con Moazzam Begg

24 Febbraio 2010

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Chiarimento di Amnesty International sul suo lavoro con Moazzam Begg e l’organizzazione Cageprisoners

Il Segretario generale ad interim di Amnesty International, Claudio Cordone, ha diffuso la seguente precisazione.
 
I mezzi d’informazione stanno dando un certo risalto polemico al lavoro di Amnesty International con l’ex detenuto di Guantánamo, Moazzam Begg, e l’organizzazione Cageprisoners, a seguito delle dichiarazioni fatte da Gita Sahgal, una dipendente di Amnesty International.
 
Contrariamente a quanto da lei affermato, Sahgal non è stata sospesa da Amnesty International per aver sollevato una discussione all’interno dell’organizzazione. Amnesty International apprezza e sollecita il dibattito interno. Se finora è stato deciso di mantenere il riserbo, è necessario adesso chiarire alcuni aspetti che sono stati rappresentati in modo non corretto, senza che questo suoni come una mancanza di rispetto per un’attivista per i diritti delle donne o ponga in cattiva luce il lavoro che, come direttrice dei programmi sulle questioni di genere, Sahgal ha svolto negli ultimi anni.
 
L’azione di Amnesty International con Moazzam Begg ha come unico obiettivo quello di mettere in evidenza le violazioni dei diritti umani commesse a Guantánamo Bay e la necessità che gli Usa chiudano il centro di detenzione e rilascino o pongano sotto processo chi vi è ancora recluso. Moazzam Begg è stato uno dei primi detenuti rilasciati, non ha mai subito un processo e non è stato mai accusato di reati legati al terrorismo.
 
Quando il presidente Obama ha promesso di chiudere Guantánamo, Amnesty International ha espresso l’auspicio che da quel momento in poi sarebbe stato possibile lavorare un modo più ampio sulle violazioni dei diritti umani legate alla sicurezza e al terrorismo. Poiché quella promessa non è stata ancora rispettata, Amnesty International continua a lavorare insieme a Moazzam Begg e ad altri ex detenuti, chiedendo ai governi europei di accogliere coloro che non possono tornare da Guantánamo ai propri paesi di origine a causa del rischio di subire maltrattamenti e torture.
 
In un mondo complesso e polarizzato come quello di oggi, Amnesty International è continuamente chiamata a comunicare in modo chiaro qual è l’obiettivo del suo lavoro insieme a singole persone e gruppi. Amnesty International difende e continua a difendere i diritti dell’ex detenuto di Guantánamo Moazzam Begg. Egli parla raccontando la sua esperienza ed esprimendo le sue opinioni, non quelle di Amnesty International. Mai Moazzam Begg ha usato uno spazio condiviso con Amnesty International per attaccare i diritti di altre persone.
 
Amnesty International ha alle spalle una lunga storia di campagne per la giustizia. Nel corso della campagna ‘Più diritti più sicurezza’, chiede la fine delle violazioni dei diritti umani a Guantánamo e altrove e sollecita processi regolari per coloro che sono ancora in stato di detenzione.
 
L’azione di Amnesty International in favore della giustizia e dei diritti umani, tuttavia, è assai più vasta rispetto al perimetro della sicurezza e della lotta al terrorismo. Amnesty International ha svolto ampie ricerche sui talebani e campagne per porre fine alla violenza contro le donne e promuoverne l’uguaglianza. Continua a reagire duramente contro gli abusi commessi da gruppi armati che s’ispirano alla religione così come da governi che impongono limitazioni basate sulla religione, islamica e non, in violazione delle norme internazionali sui diritti umani. In alcuni casi le persone di cui difendiamo i diritti possono non condividere le stesse idee: ma ciascuna di esse ha dei diritti umani e ciascun diritto umano va difeso.