Chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari, atto dovuto e necessario

30 Marzo 2015

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La chiusura degli Opg è un atto da tempo dovuto e necessario, già troppe volte rinviato. Nella maggior parte dei casi, il trattamento inflitto alle persone detenute in queste strutture è risultato disumano e degradante, contrario alla dignità umana e in violazione degli standard internazionali in materia di detenzione di soggetti psichiatrici o presunti tali.

Gli Opg italiani hanno consolidato la pericolosa e infondata idea che vi fosse un legame tra follia e delinquenza e che la società potesse sentirsi al riparo dall’una e dall’altra attraverso la sedazione e la contenzione dei corpi dei detenuti.

Le storie individuali delle persone detenute negli Opg, rivelate dall’indagine parlamentare del 2011 e portate sullo schermo dal documentario ‘Lo stato della follia‘ di Francesco Cordio, hanno dimostrato invece come, nella maggior parte dei casi, si trattasse di persone non socialmente pericolose e tranquillamente dimissibili, se solo fossero esistite strutture che avrebbero potuto prenderle in carico.

Amnesty International chiede che le soluzioni alternative da tempo individuate agli Opg siano rispettose del diritto alla salute, che le famiglie delle persone interessate siano adeguatamente assistite dalle istituzioni e non lasciate a dover affrontare da sole il problema dell’assistenza dei loro congiunti e che, laddove necessario (riguardo a soggetti che potrebbero rappresentare un pericolo per altre persone), siano prese le misure necessarie a garantire la sicurezza della collettività.