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Alla vigilia del quarantesimo anniversario del colpo di stato del generale Augusto Pinochet in Cile, Amnesty International ha dichiarato che a migliaia di sopravvissuti alla tortura e di familiari delle persone scomparse durante il brutale regime militare vengono ancora negate verità, giustizia e riparazione.
Attraverso una petizione che ha raggiunto oltre 25.000 firme, l’organizzazione ha chiesto alle autorità cilene di eliminare tutti gli ostacoli che proteggono i responsabili di violazioni dei diritti umani.
‘È inaccettabile che, 40 anni dopo il golpe, la ricerca della verità, della giustizia e della riparazione sia ancora intralciata. La legge d’amnistia continua a tenere al riparo dai procedimenti giudiziari gli autori di violazioni dei diritti umani, quelli avviati vanno avanti con grande ritardo e le sentenze non sono pari alla gravità dei crimini commessi’ – ha dichiarato Guadalupe Marengo, vicedirettrice del Programma Americhe di Amnesty International.
In Cile, secondo dati ufficiali, tra il 1973 e il 1990 vennero detenute illegalmente o torturate 38.254 persone, mentre 3216 furono uccise o fatte sparire.
Il decreto legge sull’amnistia approvato nel 1978 esclude dalla responsabilità penale tutte le persone che commisero violazioni dei diritti umani tra l’11 settembre 1973 e il 10 marzo 1978.
Sebbene alcune sentenze giudiziarie abbiano aggirato la legge d’amnistia, il fatto che continui a essere in vigore è incompatibile con gli obblighi internazionale del Cile in materia di diritti umani.
‘Le autorità cilene devono affrontare un’eredità fatta di gravi e diffuse violazioni dei diritti umani, abolire immediatamente la legge d’amnistia, la cui semplice esistenza è uno schiaffo in faccia alle migliaia di vittime del regime di Pinochet e ai loro familiari, e assicurare che tutte le violazioni dei diritti umani siano portate in giudizio nei tribunali civili’ – ha dichiarato Ana Piquer, direttrice di Amnesty International Cile.
A oggi, almeno 262 persone sono state giudicate per violazioni dei diritti umani mentre sono in corso oltre 1100 procedimenti giudiziari.
È soprattutto grazie alla continua lotta di molte delle vittime e dei loro familiari e a pochi coraggiosi giudici e magistrati, che alcuni dei responsabili delle violazioni dei diritti umani sono stati processati. È giunto il momento che le autorità cilene introducano tutte le riforme necessarie per garantire che ciò non si ripeta mai più’ – ha concluso Marengo.
Ulteriori informazioni
Le richieste di Amnesty International alle autorità del Cile:
abolire decreto legge 2191, (conosciuto come legge d’amnistia) approvato durante il regime di Pinochet e che si estende dall’11 settembre 1973 al 10 marzo 1978, tuttora in vigore. Negli ultimi anni sentenze su sparizioni forzate ne hanno escluso l’applicazione, ma il provvedimento ancora getta un’ombra pericolosa su futuri procedimenti legali riguardanti le violazioni del passato;
riformare il codice di giustizia militare affinché i crimini commessi da esercito e polizia siano indagati dalla magistratura civile e sottoposti a processo nei tribunali ordinari, anziché in corte marziale. Il sistema di giustizia militare ha privato le vittime della giustizia, alimentando il clima d’impunità. Le modifiche del 2010, escludendo gli imputati civili dall’applicazione della giustizia militare, sono state un passo avanti ma insufficiente. Le proposte di riforma all’esame del parlamento devono assicurare che le violazioni dei diritti umani commesse dalle forze di sicurezza siano processate nei tribunali civili, in modo da garantire i principi d’imparzialità e del giusto processo.
sostenere con misure adeguate e durature le iniziative per conservare la memoria storica e i programmi di educazione ai diritti umani;
porre i diritti umani al centro di ogni politica e programma di governo.
Approfondisci attraverso le testimonianze sulla brutalità del regime militare cileno e i fatti e cifre.
Guarda l’intervista al fotografo Julio Etchart e al giornalista Julio Etchart, leggi le storie dell’artista Mario Irrázabal, Gloria e Martin Elgueta, Victor Hormazabal Roger Plant, José Zalaquett.
Partecipa alle iniziative a Roma e a L’Aquila.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 10 settembre 2013
Per interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio stampa
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