Cile: necessaria indagine indipendente sulla morte di uno studente

1 Settembre 2011

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Amnesty International ha chiesto alle autorità cilene di affidare a un giudice civile le indagini sul denunciato coinvolgimento delle forze di polizia nella morte di uno studente di 16 anni, Manuel Gutiérrez, avvenuta la notte del 25 agosto nella capitale Santiago. Gutiérrez è stato colpito da una pallottola al petto mentre stava partecipando a una manifestazione per chiedere riforme.

Esperti balistici hanno concluso che il proiettile mortale è stato esploso da un sergente di polizia che aveva inizialmente affermato di aver sparato in aria per ripristinare l’ordine.

‘Le autorità cilene devono ripercorrere tutta la catena di eventi che ha portato alla morte di questo ragazzo’ – ha dichiarato Guadalupe Marengo, vicedirettrice del Programma Americhe di Amnesty International. ‘Per farlo, devono affidare a un giudice civile speciale l’incarico di svolgere un’indagine approfondita e imparziale, che approdi a un processo equo; le corti militari non sono l’organismo adeguato a svolgere indagini e processi su violazioni dei diritti umani’.

Secondo le leggi cilene, siccome un poliziotto è accusato di omicidio, il caso dovrebbe essere affidato al sistema giudiziario militare dell’era di Pinochet. Un giudice speciale può tuttavia essere assegnato al caso per assicurare l’imparzialità del procedimento.

In passato, i tribunali militari hanno mostrato tutta la loro parzialità quando hanno dovuto occuparsi di violazioni dei diritti umani commesse dall’esercito e dalla polizia. Amnesty International e organismi internazionali sui diritti umani hanno raccomandato che questi reati siano indagati dai tribunali civili ordinari.

‘Il Cile dovrebbe riformare il suo sistema di giustizia militare in modo tale che tutte le denunce di violazioni dei diritti umani da parte delle forze di sicurezza possano essere oggetto di indagini e processi da parte delle corti civili’ – ha aggiunto Marengo.

Nei mesi scorsi, in Cile si sono verificati diversi disordini nel contesto di manifestazioni prevalentemente pacifiche che chiedevano profonde riforme in vari settori, compresa l’istruzione.

I manifestanti hanno denunciato numerose violazioni dei diritti umani da parte della polizia, tra cui uso eccessivo della forza, uso improprio dei gas lacrimogeni, arresti arbitrari e maltrattamenti al momento dell’arresto.