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Amnesty International ha accusato il governo cinese di aver avviato una campagna di intimidazioni nei confronti degli avvocati, per dissuaderli dal difendere le decine di attivisti e oppositori arrestati negli ultimi due mesi.
Dal 17 febbraio, giorno in cui un appello anonimo on line chiedeva una ‘rivoluzione gelsomino’ anche in Cina, alcuni noti avvocati sono finiti in carcere e almeno altri dieci sono stati trattenuti dalla polizia e ammoniti a non postare più su Twitter contenuti relativi alle persone in prigione.
L’ultimo caso riguarda Liu Xiaoyuan, avvocato di Pechino, tenuto agli arresti per alcune ore per aver ‘attaccato lite e provocato disordini’ e rimproverato dalla polizia per aver postato messaggi su Twitter a proposito di un collega di Shanghai, Li Tiantian, che risulta scomparso.
Anche di Liu Zhengqing, avvocato di Guangdong, si sono perse le tracce dal 25 marzo, giorno del suo arresto. Si era fatto avanti per assumere la difesa di un collega, Tang Jingling, arrestato il 22 febbraio.
Altri avvocati si sono visti sequestrare i computer e ricevono continue visite, a distanza di pochi giorni l’una dall’altra, da parte di agenti di polizia che continuano a premere perché cessino di perorare la causa dei loro colleghi.
A febbraio tre dei più noti avvocati cinesi, Teng Biao, Tang Jitian e Jiang Tianyong sono stati arrestati ed è stato loro negato l’accesso a un legale. Tweng Biao e Jiang Tianyong sono ancora in detenzione in incommunicado, mentre Tang Jitian è stato posto agli arresti domiciliari.
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