Tempo di lettura stimato: 2'
Amnesty International ha adottato come prigioniero di coscienza l’attivista per i diritti umani cinese Chen Guangcheng, che ieri è stato condannato a quattro anni e tre mesi di carcere.
L’associazione ha duramente condannato la sentenza, motivata unicamente dal pacifico impegno di Chen Guangcheng in difesa dei diritti umani.
Le accuse nei suoi confronti sono state dettate da ragioni politiche e il processo è risultato clamorosamente irregolare dall’inizio alla fine. Gli avvocati di Chen Guangcheng sono stati costantemente ostacolati, tanto nella raccolta delle prove quanto nella stessa presenza in tribunale. Il processo in sé è durato solo due ore e l’aula era piena di agenti che hanno impedito l’ingresso al pubblico e a gran parte dei familiari dell’imputato.
Dopo aver trascorso tre mesi in isolamento, nel giugno di quest’anno Chen Guangcheng era stato accusato di ‘danneggiamento a pubblica proprietà e raduno di persone allo scopo di bloccare la circolazione’. Prima del suo arresto, aveva aiutato i cittadini di Linyi (provincia dello Shandong) nel tentativo di portare in giudizio le autorità locali per la loro politica illegale di sterilizzazioni e aborti forzati, a danno di migliaia di donne.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 25 agosto 2006
Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 – cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it