Cina, condanna inaccettabile per Ni Yulan

9 Aprile 2012

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Amnesty International ha chiesto il rilascio immediato di Ni Yulan, avvocata e attivista per il diritto all’alloggio, condannata oggi a due anni e otto mesi di carcere per ‘frode’ e per ‘aver disturbato la quiete pubblica e provocato disordini’. Per quest’ultimo reato, è stato condannato a due anni di carcere anche il marito, Dong Jiqin.

Nu Yilan, in sedia a rotelle dal 2002 quando subì un pestaggio in carcere da parte della polizia che le procurò la frattura dei piedi e delle ginocchia, è nota per il suo impegno in favore delle vittime degli sgomberi forzati e di altre violazioni dei diritti umani.

Nel corso dell’ultimo decennio, Ni Yulan ha subito persecuzioni, arresti e torture. Nel 2002, come ritorsione per il suo attivismo in favore dei diritti umani, le è stata ritirata la licenza di avvocata.

Ni Yulan è stata arrestata, per la terza volta in 10 anni, il 7 aprile 2011 insieme al marito. Il processo contro la coppia è iniziato il 29 dicembre presso la corte distrettuale di Xicheng, a Pechino. Degli 11 testimoni chiamati a deporre dall’avvocato di Ni Yulan, Cheng Hai, la corte ne ha accettato solo uno. Per buona parte del processo, Ni Yulan è stata in ospedale, con respirazione assistita. Pur essendo un processo ‘pubblico’, le autorità hanno impedito l’accesso agli osservatori, tra i quali gli avvocati Bao Longjun e Wang Yu.

Le accuse contro Ni Yulan e Dong Jiqin erano del tutto infondate e il processo è stato iniquo. La continua persecuzione contro una coppia colpevole solo di difendere i diritti di altre persone fa venire il serio dubbio se la Cina voglia veramente diventare un paese governato dalla legge, come sostengono i suoi dirigenti, o al contrario dominato dalla paura e dall’intimidazione‘ – ha dichiarato Catherine Baber, vicedirettrice del Programma Asia e Pacifico di Amnesty International.

FINE DEL COMUNICATO                                                   Roma, 10 aprile 2012

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