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Amnesty International ha definito ‘vergognosa’ la condanna a quattro anni inflitta il 26 gennaio 2014 all’attivista Xu Zhiyong per ‘aver radunato una folla per recare disturbo all’ordine in un luogo pubblico’.
Secondo l’organizzazione per i diritti umani, le autorità cinesi hanno ancora una volta preferito applicare lo stato di paura piuttosto che lo stato di diritto. Emettere una condanna nei confronti di un attivista che si batte contro la corruzione, quando questo è il proclamato proposito dello stesso presidente Xi Jinping, è per lo meno ipocrita. Ma dietro la superficie emerge il motivo reale della condanna: il Partito comunista ha il monopolio dell’agenda politica e chiunque s’intromette paga le conseguenze.
Nel maggio 2012, Xu Zhiyong aveva scritto un testo intitolato ‘La Cina ha bisogno di un Movimento dei nuovi cittadini’. Da quell’articolo è nata una sorta di rete liquida di attivisti che promuovono la trasparenza dell’azione di governo e denunciano la corruzione. Questo movimento è entrato presto nel mirino delle autorità. Amnesty International considera Xu Zhiyong un prigioniero di coscienza e chiede il suo rilascio immediato e incondizionato.