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Amnesty International ha chiesto alle autorità cinesi di rilasciare un donna condannata, lunedì 15 novembre, a un anno di ‘rieducazione attraverso il lavoro’ con l’accusa di ‘disturbo all’ordine sociale’, per aver ritwittato un presunto messaggio antigiapponese.
Cheng Jianping, attivista online cinese, avrebbe postato un tweet del fidanzato, Hua Chunhui, nel quale prendeva in giro dei giovani manifestanti cinesi che avevano distrutto prodotti giapponesi in segno di protesta per un incidente marittimo tra Cina e Giappone sulle isole Diaoyu/Senkaku, contese tra i due paesi.
Cheng è scomparsa 10 giorni dopo e solo questa settimana si è appreso che era stata arrestata dalla polizia locale e condannata.
Cheng potrebbe essere la prima cittadina cinese prigioniera di coscienza sulla base di un singolo tweet.
Twitter è bloccato in Cina ma è largamente usato, in particolare dai difensori dei diritti umani e dai loro sostenitori che spesso usano la piattaforma per organizzarsi velocemente in aiuto degli attivisti per i diritti umani detenuti o sotto processo.