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Shi Tao, un giornalista cinese, sta scontando una condanna a dieci anni di carcere, inflittagli il 27 aprile 2005 per aver inviato una e-mail negli Usa. L’imputazione a suo carico è di ‘aver fornito illegalmente segreti di Stato a entità straniere’, usando il suo indirizzo di posta elettronica presso il provider Yahoo. Secondo gli atti processuali, la compagnia internet statunitense ha fornito alle autorità cinesi informazioni sul possessore dell’account.
Shi Tao aveva inviato una e-mail a un destinatario straniero in cui riportava la sintesi di una direttiva del Partito comunista cinese, con la quale i giornalisti locali venivano messi al corrente di possibili disordini il 4 giugno, in coincidenza con l’anniversario del massacro di piazza Tian An Men del 1989, e veniva loro chiesto di non riferirne sulla stampa.
Amnesty International considera Shi Tao un prigioniero di coscienza, condannato solo per aver esercitato in forma pacifica il suo diritto alla libertà di espressione, riconosciuto dal diritto internazionale e dalla stessa Costituzione cinese.
Le imprese devono rispettare i diritti umani, ovunque si trovino a operare. Al contrario, Yahoo ha sottoscritto il ‘Pubblico impegno sull’autodisciplina per l’industria di internet’, emanato dal governo cinese, di fatto accettando in questo modo di cooperare con il draconiano sistema di controllo e di censura vigente in Cina.
Amnesty International ha espresso le proprie preoccupazioni a Yahoo, che ha replicato senza affrontare la questione specifica di Shi Tao né la sua collaborazione nella repressione della libertà di espressione in Cina.
Per questa ragione, l’organizzazione per i diritti umani ha lanciato una campagna rivolta a Yahoo affinché cessi di collaborare alle violazioni dei diritti umani in Cina, usi la propria influenza per ottenere il rilascio di Shi Tao e riconosca i propri doveri e la propria responsabilità verso i diritti umani.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 3 febbraio 2006
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