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Il 22 dicembre la corte intermedia del popolo n. 2 di Pechino ha condannato a tre anni, con sospensione della pena, l’avvocato Pu Zhiqiang. Pu Zhiqiang è stato giudicato colpevole di ‘aver provocato litigi e causato problemi’ e di aver ‘incitato all’odio etnico’. La condanna si è basata essenzialmente su sette messaggi sui social media, 600 battute in tutto, in cui l’avvocato criticava le politiche governative.
Pu Zhiqiang è noto per aver difeso molti imputati in processi politici, come gli esponenti del Movimento dei nuovi cittadini, un gruppo di attivisti che chiede maggiore trasparenza e la fine della corruzione governativa. Era stato arrestato il 6 maggio 2014 a Pechino, dopo aver preso parte a una riunione privata nel corso della quale si era parlato della necessità di chiedere un’indagine indipendente sul massacro di piazza Tiananmen del 1989.
Il 14 dicembre, in occasione della prima udienza, la polizia aveva identificato e trattato rudemente giornalisti e diplomatici stranieri, accorsi a manifestare solidarietà a Pu Zhiqiang, e aveva fermato 20 suoi sostenitori: quattro di loro sono stati poi arrestati e di cinque si sono perse le tracce. Il giorno della sentenza, altri 12 attivisti sono stati arrestati all’esterno del tribunale.