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Amnesty International ha sollecitato maggiori informazioni sulla possibile fine del sistema della rieducazione attraverso il lavoro nel corso del 2013, secondo le affermazioni attribuite al capo del comitato Affari politici e giuridici del Partito comunista cinese, Meng Jianzhu.
‘Se fosse vero, si tratterebbe di un fatto positivo ma abbiamo bisogno di ulteriori dettagli ed è necessario che il tema sia affrontato in un dibattito aperto e pubblico’ – ha dichiarato Roseanne Rife, direttrice del programma Asia orientale di Amnesty International. ‘Il rischio è che si accrediti una volontà riformatrice da parte delle autorità, senza che la situazione di centinaia di migliaia di persone cambi realmente. Non sappiamo neanche se un eventuale sistema alternativo sarebbe in linea con gli standard internazionali’.
Attualmente, il sistema della rieducazione attraverso il lavoro prevede fino a quattro anni di detenzione nei campi di lavoro, senza accusa né processo. La tortura e i maltrattamenti sono endemici.
Amnesty International continua a sollecitare le autorità cinesi ad abolire il sistema della rieducazione attraverso il lavoro, a rilasciare tutti i detenuti e a fornire un reale accesso a richieste di risarcimento per tutte le persone che ne hanno subito le conseguenze.